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23/04/2018 09:00:00

Mafia, Anno Zero. Per molti mafiosi il mandamento di Castelvetrano è "troppo buono"

Per molti mafiosi il mandamento di Castelvetrano è "troppo buono". Con l’operazione Anno Zero gli inquirenti riscontrano come diversi affiliati siano contrari all’atteggiamento di sommersione dettato da Matteo Messina Denaro, e in molti ritengono che questa mancanza di polso sul territorio possa, addirittura, essere scambiata come debolezza; auspicano, infatti, che si possa tornare ad una fase più dura per meglio regolarsi con chi sbaglia.

Sono alcuni degli stessi indagati, poi tratti in arresto, che nelle intercettazioni parlano dell’assoluta necessità di un ritorno ad azioni violente. Uno degli esempi riportati nell’ordinanza riguarda la figura di Lorenzo Cimarosa, il cugino acquisito del boss che dopo l’arresto ha iniziato a parlare e per questo doveva essere punito.

Uno degli arrestati Giuseppe Tilotta, titolare di una agenzia di pompe funebri a Castelvetrano, in una intercettazione, mentre conversa con Antonino Triolo, dice di aver fatto sapere a Messina Denaro, tramite il cognato Gaspare Como, di smuovere la situazione e "fare un poco di “scruscio”, anche una sola volta ma “giusto”". Entrambi Tilotta e Triolo convengono di inviare un primo segnale al «cornuto di Cimarosa» mandando qualcuno a sparare ai cavalli del centro ippico. Questa la frase di Tilotta che afferma che ad essere “buoni” alla fine si viene scambiati per fessi: «qua sai ora che cos’è? A parere mio giusto? Mi posso anche sbagliare perché ho un modo di pensare tutto particolare se tu non fai vedere le tue scaltrezze le persone le tue bontà li scambiano per “minchietudine”». Triolo: «Cioè se ne approfittano». Tilotta: «Nel mentre affaccia un cornuto di Cimarosa pentito prendi due “picciotti” e gli vai a sparare lì a tutti i cavalli e già è un primo segnale! … giusto? C’è dove si scassa la minchia».

Le estorsioni - Cinque-sei «picciotti» pronti a fare quello che devono fare. Altro aspetto  risaltato da un’altra intercettazione tra Tilotta e Triolo è quello dell’organizzazione delle estorsioni ai danni di imprenditori forestieri. Per Triolo per eseguire queste azioni incisive occorrono persone giuste - «ci vogliono le persone adatte per fare bordello» - Così Tilotta risponde a Triolo: «Ci sono i picciotti», «io ne ho cinque sei contati nelle punte delle mani e ci sono anzi ci siamo! senza caniglia, perché se lo dobbiamo fare una cosa la dobbiamo fare! perché se le persone non vedono un cazzo se tu io ti metto uno schiaffo e tu non mi reagisci tipo fai il minchione e io altre due te ne metto… minchia ma se tu mi “scattii” (reagisci) io mi devo stare attento perché dico: minchia questo “scattiò” e ci penso o no?».

Sulla «messa a posto» delle imprese, Triolo spiega che dovevano essere le ditte a cercare il contatto con i rappresentati della famiglia e solo in caso contrario di mandare un segnale, per far sentire forte la presenza mafiosa. Tilotta porta un esempio di una ditta di Catania che non  voleva pagare nessuno nonostante avesse preso l'appalto, così ha ribadito la sua convinzione di fare qualcosa di dimostrativo per non mostrarsi deboli: «Oh da Catania mandano a dire: “ io non ho pagato mai da nessuna parte” - come non hai pagato mai da nessuna parte? Tu qua hai pagato sempre e continui a pagare».