"Quello che mi ha fatto più male che rispetto alle accuse di usare strumentalmente il lavoro abbiamo avvertito un silenzio assordante e chi speravamo ci dovesse difendere è stato zitto. A partire da Anm e Csm".
Lo ha detto a "In mezz'ora" il pm della Dna Nino Di Matteo, uno dei magistrati che ha seguito l'inchiesta e poi il processo sulla trattativa Stato-mafia, dopo le critiche di questi giorni e le accuse di essere troppo vicino ai 5 Stelle. Di Matteo ha aggiunto: "Riteniamo che il sistema politico sapeva" "Non riteniamo che il sistema politico non fosse a conoscenza, ma non abbiamo acquisito elementi che rimandino a qualcuno di preciso. Ci vorrebbe un 'pentito di Stato' che disegni con chiarezza quanto accaduto". "Abbiamo agito nei confronti di quei soggetti che ritenevamo coinvolti su base probatoria solida, ma non pensiamo che quei carabinieri abbiano agito da soli. Non abbiamo avuto prove per agire a livello più alto- ha concluso, "ma riteniamo che quei carabinieri siano stati mandati e incoraggiati a fare quella trattativa" e "avrei auspicato che avessero dato un contributo ulteriore di conoscenza".
"L'Associazione Nazionale Magistrati ha sempre difeso dagli attacchi l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati", è la replica del presidente dell'Anm Francesco Minisci. "Lo ha fatto - prosegue - a favore dei colleghi di Palermo e continuerà sempre a difendere tutti i magistrati attaccati, pur non entrando mai nel merito delle vicende giudiziarie".