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04/05/2018 10:23:00

La crisi del Pd a Erice e Trapani. Anche Piero Savona lascia il partito

 Il Partito Democratico non gode di buona salute, a Palermo le casse non sono floride e allora si va verso il licenziamento dei dipendenti, a questo si aggiunge che su tutti i territori il partito è solo una sigla.

Le faide interne lo hanno dilaniato così tanto che sono piovute dimissioni ovunque.

E' il caso di tutta la provincia , dopo Marsala implode anche Erice passando per Paceco, e non va bene nemmeno a Trapani.

La divisioni interne erano annunciate da tempo, adesso ci sono le formali dimissioni di quattro componenti della segreteria ericina.

Circa tre settimane fa si è dimesso il segretario del circolo comunale, Gian Rosario Simonte, per incompatibilità di ruolo essendo anche assessore della Giunta di Daniela Toscano.

Seguirono i ringraziamenti per il lavoro svolto da Valentina Villabuona, che nel suo comunicato indicava un'apertura verso un nuovo e rinnovato dialogo.
Passano pochi giorni e invece la Villabuona si dimette, insieme ad altri componenti, per la mancata convocazione del 2 maggio.
La Villabuona non è gradita in direzione comunale, così anche il segretario provinciale, Marco Campagna.
Non c'è dialogo e il partito continua a camminare su binari diversi rispetto a quelli dettati da altri.
Ad Erice chiedono autonomia e sono disposti ad agire da soli se non fosse che in un partito ci sono regole e statuti da rispettare.
E' un gesto di irresponsabilità, dice la Villabuona: “Consiglierei prima di assumere arbitrariamente ruoli che non si hanno di dare una lettura allo Statuto del Pd, sarebbe un buon modo per iniziare un percorso di formazione politica che è sicuramente necessario ed urgente per alcuni, visti anche gli ultimi accadimenti, perché non ci si improvvisa dirigenti di partito”.
Una gestione padronale del PD, secondo la dimissionaria Villabuona, che chiede l’intervento degli organismi competenti e quindi il commissariamento del circolo. A pensarla come l'ex dirigente sono anche Gianni Di Malta, Davide Villabuona, Paolo Scibetta che hanno rassegnato le dimissioni dalla direzione dem ericina.
Non sta bene altrove il PD, a Trapani si stacca definitivamente da quell'area Piero Savona, candidato sindaco nel 2017, candidato mancato nel 2018.
Ha tenuto tutti con il fiato sospeso fino alla fine, la sua candidatura era scontata, così dichiarava nelle sue interviste, si muoveva su tavoli di incontri e mancate convergenze.
Poi ad irrompere sullo scenario trapanese è stato il deputato regionale Baldo Gucciardi, che ha parlato per tutti.
La linea da seguire era quella dell'appoggio a Giacomo Tranchida e non perchè fosse più simpatico degli altri ma perchè lui, Tranchida, è difficile da battere e quindi vincente.
E allora mettere una bandierina sul petto fa sempre chic, poi giorno l’11 giugno tornerà il freddo artico. Ci sono abituati a fare così.
Alla classe dirigente trapanese non è restato che uniformarsi, lamentele a parte, poi quieti quieti si sono messi in fila e sono saliti sul carro di Tranchida con la lista Demos, allestita da Paolo Ruggirello.
Certo, qualche domanda Savona dovrebbe farsela: a cosa gli è servito alle ultime regionali appoggiare Gucciardi? A nulla, come a tanti altri.
Non è più il partito che Savona ha sposato negli anni, non è il modo attraverso cui ama fare politica, non si sente più di farne parte. Savona lascia il PD, basta finzioni e soprattutto basta tessere che poco valgono.