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09/05/2018 06:00:00

Marsala e gli accessi al mare chiusi. I vigili urbani: "Non possiamo fare nulla"

È arrivata la bella stagione e come ogni anno a Marsala si pone il problema della chiusura degli accessi al mare. Il nostro lettore Gianfranco ci ha segnalato la chiusura dei cosiddetti sbocchi nella zona dei lidi. In particolare ha fatto un suo personale sopralluogo lungo i primi 300 metri iniziando dall’ex mediterraneo e li ha trovati tutti chiusi.

Diciamo subito che non è una novità, la situazione era la stessa già lo scorso anno, come abbiamo raccontato con un nostro articolo che potete leggere qui. Gli accessi al mare sono chiusi ora che siamo ai primi di maggio e lo saranno anche nei successivi mesi estivi.

Come abbiamo già detto, il comune ha tolto tutti i cartelli che numeravano gli accessi pubblici alla spiaggia attenendosi dall’anno passato alla sentenza del Tar Sicilia la n°836/2016 che afferma:  i proprietari possono arbitrariamente chiudere i cancelli delle proprie case e vietare l’accesso al mare ai bagnanti. 

Sulla vicenda abbiamo ascoltato il comandante dei vigili urbani di Marsala, Michela Cupini, che ci ha confermato che non c’è nulla che il Comune possa fare: “C’è poco da fare il Tar ha dato ragione ai proprietari dei terreni e delle abitazioni che insistono nei pressi della spiaggia; noi come comune non possiamo più aprirli e non possiamo più imporlo. I proprietari hanno fatto ricorso al TAR che ha dato loro ragione e quindi per noi non è più possibile intervenire. Già lo scorso anno quando arrivai a Marsala mi trovai a dover affrontare questo problema. Andai a verificare, all’ufficio legale del Comune fu notificato la sentenza che ci vieta di poter agire nei confronti dei proprietari come facevamo prima. Se vogliono - continua la Cupini - sono i proprietari che possono lasciare aperto di loro spontanea volontà”.

Il comune di Marsala – ci ha comunicato il comandante Cupini – ha diritto su un solo accesso pubblico, subito dopo il Lido Pakeka, dove fino al 2011 vi era un’abitazione dichiarata abusiva e poi demolita. Lì oggi vi è uno spiazzale vuoto utilizzato come una sorta di parcheggio.
L’unica possibilità di poter ripristinare l’uso degli accessi pubblici al mare è, tra l’altro, contemplata nella stessa sentenza del Tar che ha specificato che, se i comuni vogliono garantire l’accesso pubblico devono espropriare le aree interessate, magari come aveva suggerito di fare Legambiente che aveva proposto di espropriare alcune strisce di terra privata per creare dei sentieri in terra battuta utili a consentire l’accesso al mare attraverso percorsi intermedi tra i lidi esistenti. Vista la difficile situazione economica che vivono le amministrazioni pubbliche appare però poco probabile che questa soluzione possa essere praticata.