Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
11/05/2018 06:00:00

Mazara, la strada è stretta e l'auto non passa. Obbligato alla ZTL viene multato lo stesso

Una multa perché con l’auto circolava nella zona ZTL e un’altra perché non indossava la cintura di sicurezza. Fin qui sembra tutto nella norma, perché se si viola il codice stradale è giusto essere sanzionati con la contravvenzione prevista. 

Ma quanto accaduto al signor Giacomo Dolce a Mazara del Vallo è una disavventura che lui stesso definisce ridicola e paradossale. Dolce, che vive a Castelvetrano, ci ha raccontato di essere stato in un ristorante del centro storico di Mazara, invitato da alcuni amici. Il locale si trova alla fine di via Santa Caterina, nei pressi della piazza della posta centrale e fin lì è arrivato con la propria auto perché consentito. Finito di pranzare gli amici di Dolce vanno via e lui li segue solo che ad un certo non può più andare avanti; la strada che ha imboccato è talmente stretta che la sua auto, una Evoque, non passa.

Scende dall’auto e capisce che non può proseguire e torna indietro. Un passante gli dice che l’unico modo per uscire è quello di entrare nella zona pedonale. Così Dolce entra nella ZTL e arrivato in Piazza della Repubblica viene fermato da due vigilesse. Da quel momento inizia la prolungata discussione con le due che non vogliono sentire giustificazioni. Dolce spiega di essere arrivato nella zona pedonale, solo perché non poteva proseguire più con la propria auto.

Ha spiegato di essere stato in un ristorante, e si è sentito dire: "perché è andato lì, doveva andare in un altro ristorante".

Insomma, Dolce si sente preso in giro e quando proprio in quel momento passano uno scooter con due persone a bordo e un’auto sempre nell’area pedonale, lo fa notare e viene redarguito dicendogli di non preoccuparsi delle altre persone, e così gli viene elevata anche una seconda multa e tolti cinque punti dalla patente perché non indossava la cintura di sicurezza. Continuando nel suo racconto dei fatti, Dolce ci ha detto che, mentre discuteva con le due vigilesse, un signore del quale non conosce l’identità, molto distinto, gli ha consigliato di non discutere più, anche perché gli ha detto: “E’ inutile che continua a discutere con loro, sanno benissimo che chi incappa in questa situazione con una macchina di una certa dimensione non può più uscire. Consiglio di andare dal comandante per spiegare come sono andati realmente i fatti e gli toglierà la multa...”

Questa situazione assurda accade molto spesso. Non c’è un cartello che dà l’indicazione all’ingresso di quella strada in cui si dice che con auto superiore a 180 cm di larghezza non si può passare, e così gli automobilisti rimangono in una trappola fatta da quel labirinto di viuzze strette di Mazara.

Voglio sottolineare l’arroganza delle due vigilesse che mi hanno aggredito verbalmente – conclude Giacomo Dolce -. Hanno fatto andare via due persone su uno scooter che proveniva da un senso unico dalla zona ZTL e anche un’auto che hanno fatto solo finta di fermare; quando io l’ho fatto notare che non era corretto, loro hanno negato l’evidenza, dicendo che non era passato nessuno. Quello che dichiaro, attenzione, lo faccio prendendomi tutte le responsabilità del caso. Sono state davvero maleducate, non fanno il loro dovere così. Non si possono trattare le persone come se tutti fossimo pezzenti o come se tutti fossimo lì per rubare o fregare qualcuno. Hanno un senso di civiltà e educazione civica pari a zero”.

A volte ci sono dei casi in cui le multe appaiono eccessive se la violazione avviene come conseguenza di un'azione che non è dipesa dalla volontà dell'automobilista; ecco, quanto accaduto al signor Giacomo Dolce, sembra rientrare in questa casistica.