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21/05/2018 06:00:00

Quando Venturi disse: "Le aree industriali cuore della mafia". A Trapani confermato Re

 Le aree industriali come “cuore” pulsante della mafia. Lo ha detto nel 2016 sentito dalla commissione antimafia l’ex assessore regionale Marco Venturi, dichiarazioni desecretate solo in questi giorni, nel bel mezzo del caso Montante. Dichiarazioni che toccano anche Trapani, dopo quello che si è scoperto sull’area industriale. Mentre Mimmo Turano, assessore Attività Produttive ha nominato i commissari delle Asi. A Trapani  resta Piero Re. Ma cosa ha detto Venturi all'Antimafia?


Sono i giorni del caso Montante, dell’inchiesta che ha messo sottosopra il mondo dell’impresa e della politica in Sicilia. Quell’impresa e quella politica che negli anni si sono vestiti con l’abito dell’antimafia per fare affari, per instaurare un vero e proprio sistema di potere.
Un sistema di potere che tocca tutta la Sicilia, che va da Catania a Caltanissetta, a Palermo, arrivando a Trapani.


E arrivano come un macigno in questo contesto le dichiarazioni dell’ex assessore regionale alle Attività Produttive Marco Venturi. Venturi è stato sentito in audizione in commissione antimafia, a Roma, nel dicembre del 2016. Ma soltanto adesso sono state desecretate le sue dichiarazioni. E racconta molte cose Venturi su quel sistema di potere messo su dall’ex numero uno della Confindustria siciliana, Antonello Montante, di quella antimafia di facciata che avrebbe “insediato e cooptato una classe dirigente di potenti composta una sfilza di imprenditori, politici, professionisti, amministratori pubblici dal fare opaco, presentati e accreditati come paladini della legalità, che da svariati anni condizionano il potere politico, burocratico ed economico della Sicilia”.
Fu lì che Venturi disse che Antonello Montante era “pericoloso”, che doveva essere “allontanato”. Su questa audizione, emerge dall’inchiesta, Montante avrebbe attivato la sua macchina di spionaggio per capire cosa avesse detto l’allora assessore regionale.
Venturi spiegò anche alcune cose alla presidente della Commissione Rosy Bindi sulle aree industriali e su cosa si può nascondere dietro ai consorzi che le gestiscono.

Per Venturi infatti “il cuore del problema in Sicilia sono le aree industriali, che rappresentano il cuore della mafia”.
Venturi non parla a caso, è stato assessore alle Attività Produttive e presidente di Confindustria Sicilia. Ha un quadro chiaro, quindi, “dell'inghippo e della gestione che si è avuta nelle aree industriali fin dal 1980, quando arrivarono fiumi di denaro per creare agglomerati che poi non portarono a nessuna impresa sana. Si costruirono questi agglomerati, si fecero infrastrutture spesso sovradimensionate, si spesero milioni di euro, centinaia di miliardi delle vecchie lire allora. Cosa che continuò con i patti territoriali, con le "488" che realizzarono solo cattedrali nel deserto non creando un'occupazione vera”.

Venturi ha ricostruito la sua versione dell'ascesa e caduta di Alfonso Cicero all'Irsap, l’ente regionale che ha sostituito i consorzi Asi messi in liquidazione dall’ex Presidente Rosario Crocetta (che adesso è indagato per corruzione). “Lo Bello, Montante e chi faceva parte di quel sistema portavano Cicero come elemento di punta, però di fatto facevano il doppio gioco - rivela Venturi. L'hanno prima abbandonato, poi era stato detto che non bisognava lasciarlo alla presidenza dell'Irsap, bisognava congelare la sua la sua nomina, e allontanarlo completamente da quelli che erano gli incarichi regionali, perché era uno che dava fastidio. Ricordo che Cicero ha ricevuto lettere minatorie, ha trovato un ordigno davanti casa sua, è stato inseguito in autostrada”.


Venturi ha ammesso davanti alla Commissione presieduta da Rosy Bindi di avere paura. “Sì - dice - noi abbiamo paura, io, Alfonso Cicero e gli altri soggetti che hanno condotto questa azione di contrasto alle mafie, perché l'azione di Cicero è un'azione che si è rivelata molto importante: circa quaranta procedimenti, di cui dieci sono già andati a processo su burocrati, politici e imprenditori collusi con la mafia, ventisei sono dei rinvii delle inchieste di indagine, poi ci sono diverse costituzioni di parte civile che ha fatto anche Cicero. Certo noi abbiamo molta, molta paura di quello che può succedere, perché i sistemi criminali sono variegati in Sicilia e presenti, tutti legati con le famiglie mafiose dei vari territori da quello che abbiamo potuto vedere con le informative antimafia e le interdittive atipiche che sono arrivate. Quindi Messina Denaro e Virga a Trapani, le varie famiglie mafiose della nuova mafia agrigentina ad Agrigento, gli Ercolano a Catania. In Sicilia la mafia è presente in tutti gli ambiti”.


Sull’area industriale di Trapani ci sono molte anomalie
, come abbiamo raccontato nella nostra inchiesta su Tp24.it (qui potete leggere la prima puntata). Una zona dove contributi pubblici e agevolazioni sono stati utilizzati per creare imprese che poi sono andate altrove o hanno chiuso, o sono fallite, o per finanziare imprenditori che, anzichè creare attività industriali hanno poi rivenduto o affittato i loro lotti e i capannoni per supermercati e aree commerciali, con operazioni immobiliari spericolate, muretti che spariscono, procedure singolari, la presenza della mafia e le denunce di Cicero. Venturi fa cenno alle denunce di Cicero, quando era presidente dell’Irsap, che abbiamo anche raccontato in una delle puntate della nostra inchiesta.
Nel frattempo, in questi giorni, sono stati rinnovati, per così dire, i commissari dei gli undici Consorzi per le aree di sviluppo industriale in Sicilia. I consorzi Asi sono appunto in liquidazione. A Trapani è stato confermato Piero Re. Le nomine sono state fatte dall’assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano.