Vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, volta a disarticolare l’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” operante nel quartiere palermitano della “Noce”.
Più di 100 uomini della Squadra Mobile di Palermo hanno eseguito una Ordinanza di Custodia Cautelare a carico di 11 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Effettuate numerose perquisizioni ed i sequestri di alcuni beni mobili e immobili di pertinenza degli indagati.
Dalle indagini è emerso come i vertici della famiglia mafiosa esercitassero il ferreo controllo del territorio con il sistematico tentativo di imporre il pizzo. Chi non si piegava alle richieste era fatto oggetto di pesanti ritorsioni come nel caso di un commerciante cui era stata incendiata la casa quale conseguenza al suo diniego di sottomettersi al racket.
Significativo anche il tentativo dell' organizzazione mafiosa di ottenere la sponsorizzazione religiosa in occasione di una festa rionale interamente studiata e gestita da Cosa Nostra al fine di raccogliere quanto più denaro possibile da destinare al sostentamento degli affiliati e dei familiari dei detenuti mafiosi.
Anche in questo caso, gli ambulanti ammessi a montare le loro bancarelle nella zona della festa erano costretti a versare nelle casse mafiose l’intero ricavato delle vendite.
Racconta Live Sicilia:
Tra tante storie di pizzo e soprusi emerge la vicenda fra sacro e profano del settembre 2015. Il clan volle fare le cose in grande: luminarie e gazebo per vendere di tutto e di più. I commercianti della zona dovettero partecipare ad una colletta molto più generosa del solito. I ras del quartiere promettevano, d'altra parte, grande partecipazione e incassi record.
Era l'indotto dei festeggiamenti, ma la mafia avrebbe controllato anche la gestione diretta delle bancarelle che vendevano ogni genere di cibo, dolci e giocattoli. Chi vi lavorava veniva pagato “a giornata”, mentre gli incassi andavano ai boss. Gli organizzatori dal palco ringraziarono i mammasantissima. Gli agenti della Mobile, guidati da Rodolfo Ruperti, erano appostati in mezzo alla gente e notarono la porta sbarrata della chiesa. Strano per una manifestazione che era stata presentata come religiosa. Il parroco, dopo essere stato convocato dagli agenti, ha ammesso le pressioni subite.
Aggiunge Repubblica:
Cosa nostra si è ormai riorganizzata sul territorio grazie al contributo degli scarcerati: sono 130 i mafiosi palermitani che hanno finito di scontare il loro debito con la giustizia. Quasi la metà sono considerati “nuovamente operativi” dall’intelligence antimafia. E una decina sono tornati ad avere ruoli di vertice all’interno delle famiglie. Mentre un fiume di soldi scorre nelle vene di Palermo. Sono i soldi del traffico di droga e delle sale scommesse, che invadono ormai i quartieri della città.