La difesa le sta tentando tutte nel processo che, in Tribunale, a Marsala, vede imputati per bancarotta fraudolenta l’ex presidente di Confindustria Trapani, Davide Durante e il fratello Nino. I legali degli imputati, infatti, hanno chiesto e ottenuto che venga prodotto agli atti del dibattimento il verbale della vendita all’asta dei macchinari per la lavorazione del cemento e del bitume della fallita “Conglomerati Santa Ninfa”.
La richiesta della difesa, accolta dal Tribunale, è volta a dimostrare che quei macchinari avevano un notevole valore. E non erano di scarsa importanza economica come sostenuto dal perito nominato dal Tribunale.
All’asta, infatti, sarebbero stati venduti per alcune centinaia di migliaia di euro. A difendere gli imputati sono gli avvocati Cettina Coppola, Stefano Pellegrino e Antonio Atria. Il processo era entrato nella sua fase cruciale nell’ottobre 2016 con la deposizione del curatore fallimentare Giovan Vito Struppa, dalla cui relazione è nata l’indagine. Secondo la Procura (indagini della sezione di pg della Guardia di finanza), la Genovese, nella qualità amministratore unico della fallita “Conglomerati Santa Ninfa”, Nino Durante come socio di maggioranza della stessa azienda, nonché socio anche della “Calcestruzzi Santa Ninfa”, e Davide Durante, come amministratore e socio della “Bitumedil”, amministratore della “Elettrosud” e socio della “Calcestruzzi Santa Ninfa”, pur consapevoli dell’effettiva situazione patrimoniale della società “Conglomerati santa Ninfa”, tutt’altro che solida, avrebbero “distratto” dalle casse sociali circa 369 mila euro. Ciò con pagamenti a terzi per obbligazioni assunte dalle società “Bitumedil”, “Elettrosud” e “Calcestruzzi Santa Ninfa”. E inoltre con versamenti sui conti correnti delle stesse società. Avrebbero, insomma, svuotato le casse della società che stava per fallire, o che comunque era in gravi difficoltà economiche, facendo così venire a mancare quelle liquidità necessarie probabilmente per pagare i creditori.
Il fallimento della “Conglomerati Santa Ninfa” è stato dichiarato dal Tribunale di Marsala il 20 dicembre 2013.