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04/06/2018 22:38:00

Carabiniere fa sesso in caserma e si segna lo straordinario

 Carabiniere fa sesso in caserma e si segna lo straordinario. Una notte «hot» potrebbe costare cara ad un carabiniere campano che adesso si trova nel bel mezzo di un guaio giudiziario. Secondo quanto ricostruito dai magistrati della Procura di Ravenna, il militare, ai primi di gennaio, ha avuto un rapporto sessuale di notte in una caserma della cittadina romagnola con una donna che avrebbe conosciuto poco prima in un bar.

Per farlo, l’appuntato scelto dei carabinieri di 48 anni, che adesso si trova indagato per falso e truffa, avrebbe ingannato il piantone con la scusa di dovere andare in ufficio a quell’ora per acquisire importanti e urgenti informazioni dalla donna che era accompagnata da un’amica. Ma si è pure segnato un’ora di straordinario, da mezzanotte all’una. In quel lasso di tempo, secondo le accuse mosse al quarantottenne, avrebbe consumato il rapporto sessuale con quella partner conosciuta la stessa sera in un locale della zona.

Il militare, nel frattempo trasferito, è stato indagato dalla Procura di Ravenna per truffa e falsità commessa da pubblico ufficiale. È invece caduta l’iniziale e ben più pesante accusa di violenza sessuale, innescata dalla denuncia presentata dalla ragazza che avrebbe dichiarato di aver subito abusi da quell’uomo. Ma secondo quanto emerso dalle successive indagini, il rapporto sessuale c’era stato, però sarebbe stato consenziente.

Nei confronti del carabiniere, originario di Napoli, il pubblico ministero Cristina D’Aniello ha firmato un avviso di fine indagini, atto che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda che lo vede protagonista risale alla notte tra l’11 ed il 12 gennaio scorso.

L’appuntato, secondo quanto dichiarato da alcuni testimoni, si presentò di notte in dolce compagnia, al comando di viale Pertini, dove prestava servizio all’epoca dei fatti che adesso gli vengono contestati dalla magistratura romagnola. Il militare era arrivato in caserma insieme alle due donne, dicendo al collega di turno quella notte che aveva motivi urgenti per portarle con lui: avrebbe dovuto conferire con loro in un luogo riservato. La presenza delle due donne l’aveva giustificata con il fatto che doveva ricevere importanti informazioni su un’indagine che stava seguendo. In questo modo, secondo l’accusa, avrebbe ingannato la pubblica amministrazione, beffando pure il piantone che registrò l’accesso in caserma da parte dell’appuntato scelto con le altre due persone con la scritta «info».

Sembra che le due donne, in realtà, gli avessero chiesto di vedere l’ufficio e lui, che doveva entrare in servizio all’una, le accontentò, anticipando l’accesso di un’ora. Poi negli uffici, il rapporto sessuale. Consenziente, come testimoniato anche dall’altra donna. Ma pur sempre all’interno di una caserma dei carabinieri. Adesso rischia di finire sotto processo, ma soprattutto, in caso di una eventuale condanna di dover dire addio alla divisa dell’Arma che lo estrometterebbe per sempre. Ciò che viene contestato all'indagato è l'essersi segnata un'ora di straordinario ed aver ingannato il piantone dicendogli di avere la necessità e l'urgenza di far entrare in caserma quella donna assieme all’amica, in piena notte, per acquisire le loro presunte preziose informazioni.