Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/06/2018 10:14:00

I contrasti tra il Ministro Tria e Salvini. Di Maio e i raccomandati

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria durante il dibattito sul Documento di programmazione economica e finanziaria a Montecitorio ha smentito clamorosamente la linea di Di Maio e Salvini: il debito deve continuare a scendere, la finanza pubblica va gestita in modo prudente, il consolidamento di bilancio e il dialogo con la Commissione europea sono condizioni necessarie per tenere sotto controllo i mercati e ottenere più margini di flessibilità.

Le misure indicate nel contratto di governo? Si attueranno, con gradualità: ma solo se adeguatamente coperte e finanziate. L’ex ministro Padoan ha applaudito, Salvini: è apparso piuttosto perplesso: «Sembra quasi che non creda troppo al contratto. Dopotutto il Def è stato ereditato e i margini di movimento non sono troppi. Ma il confronto vero sarà a settembre-ottobre quando ci sarà la prima manovra economica di questo governo. In quella sede parleremo di tutto quel che è previsto dal contratto» scrive La Stampa.

Sulla questione dei rom da due giorni Salvini dice e si contraddice, conquistando comunque i titoli di giornali e siti. Ieri in mattinata aveva detto di non avere intenzione di fare marcia indietro. «Censimento dei rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza», ha scritto su Facebook.

Nel pomeriggio invece s’è mostrato molto più cauto: «Questa del censimento nei campi rom, non è una priorità, quella è la sicurezza, i migranti. Ad ogni modo lavoreremo in futuro con i sindaci, sapendo che questo tipo di controlli esistono da anni, ovunque, portati avanti da amministrazioni di tutti i colori politici». Intanto sono arrivate le critiche del commissario europeo. Di Maio gli ha risposto: «Ci sono altri censimenti politici da fare. Il primo è quello dei raccomandati della pubblica amministrazione, inclusi quelli in Rai». Pierre Moscovici: «La Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto», ha detto il francese, che ha poi sottolineato come gli arrivi e gli sbarchi di migranti sono scesi del 97% sulla strada balcanica e del 74% sulla rotta del Mediterraneo centrale: «Dire che siamo dinanzi a un picco della crisi migratoria non è esatto. Al contrario, siamo in un momento in cui questa crisi si sta affievolendo».
Marco Galluzzo sul Corriere scrive che domenica prossima i quattro presidenti del consiglio o capi di stato di Italia, Francia, Germania e Spagna si incontreranno a Bruxelles per discutere di migranti e preparare il consiglio europeo. Oggi a Roma il premier Giuseppe Conte incontra il presidente della commissionde europea Donald Tusk.

La pubblicità della Benetton che fa infuriare Salvini
La pubblicità della Benetton apparsa negli ultimi giorni sui quotidiani: un barcone carico di migranti con i giubbotti di salvataggio e, in basso a destra, la scritta United Colors of Benetton. Il responsabile della campagna pubblicitaria è Oliviero Toscani, la foto invece è stata scattata da Kenny Karpov dell’ong Sos Méditerranéè. «Solo io trovo che sia squallido?», il commento via Twitter di Salvini, che ha ricevuto la risposta immediata di Toscani: «Vedi, Salvini, non è squallido, è drammatico. Poi il fatto che un negazionista come te critichi questa azione, mi fa capire che ho ragione». Intanto il segretario veneto della Lega, Toni Da Re, ha lanciato una campagna di boicottaggio: «Non comprerò mai più una sola maglietta Benetton».