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24/06/2018 06:05:00

Economia siciliana: segnali di ripresa, ma la disoccupazione è al 20%

 Fase di ripresa per l’economia siciliana. Lo certifica il report di Bankitalia per l’anno 2018, presentato oggi a Palermo. Nel 2017 si è registrata una fase positiva che ha interessato i maggiori settori produttivi ad esclusione delle costruzioni. È proseguita la crescita dei consumi delle famiglie e sono tornate ad aumentare le esportazioni è aumentata l’occupazione, ma a tempo, mentre i disoccupati sono oltre il 20%, il doppio della media nazionale. 

Nonostante la favorevole fase congiunturale, nel complesso il divario con i livelli precedenti la crisi rimane ampio per i principali indicatori economici. Nel 2017 l’attività produttiva del settore industriale ha registrato un lieve aumento, con andamenti differenziati tra i principali comparti. Le esportazioni di merci hanno invertito la tendenza negativa che durava dal 2013 e la crescita è stata diffusa tra i maggiori mercati di sbocco. La congiuntura si è mantenuta debole nel settore delle costruzioni, mentre è proseguita la fase espansiva del terziario. La redditività e la struttura finanziaria delle imprese si sono rafforzate rispetto agli anni della crisi; sono cresciuti il rendimento del capitale proprio e la quota di aziende che hanno conseguito un risultato economico positivo, mentre è calato il grado di indebitamento. La maggiore capacità di autofinanziamento ha alimentato le disponibilità liquide delle aziende, con una conseguente attenuazione della domanda di credito per le esigenze di breve periodo.

Il mercato del lavoro ha beneficiato del miglioramento dell’attività produttiva: l’occupazione è aumentata ancora nel settore dei servizi ed è tornata a crescere nell’industria in senso stretto. È nuovamente salito il numero dei lavoratori dipendenti, grazie al contributo positivo delle assunzioni con contratti a termine. La dinamica occupazionale ha continuato a essere favorevole per i più anziani e, in misura più modesta, per i laureati. In regione l’incidenza di questi ultimi, sia tra gli occupati sia nella popolazione, è più esigua rispetto alla media italiana, anche a seguito di una minore richiesta di figure professionali qualificate e per effetto delle migrazioni.

Nel 2017 la dinamica positiva dell’occupazione e condizioni di accesso al credito nel complesso favorevoli hanno sostenuto la spesa per consumi delle famiglie. Il livello del reddito disponibile in termini pro capite rimane, però, notevolmente inferiore a quello medio nazionale; in Sicilia risulta più elevata inoltre l’incidenza delle famiglie con redditi bassi e la quota di quelle a rischio di povertà o esclusione sociale.

Come nel resto del Paese, tra il 2008 e il 2016 la ricchezza è cresciuta a ritmi modesti, frenata dalla consistente flessione delle quotazioni immobiliari. Il portafoglio finanziario delle famiglie è più concentrato nelle attività più liquide rispetto a quello medio italiano, sebbene nel 2017 sia proseguita la crescita degli investimenti nei prodotti del risparmio gestito.

Il peso dell’indebitamento sul reddito disponibile delle famiglie risulta sostanzialmente allineato a quello medio italiano. Dopo la forte crescita dell’anno precedente, nel 2017 le erogazioni di nuovi mutui si sono ridotte, in connessione con il rallentamento del mercato immobiliare; la crescita del credito al consumo si è invece ulteriormente rafforzata. Nel 2017 il processo di riconfigurazione della rete distributiva bancaria tradizionale è proseguito con la stessa intensità dell’anno precedente: alla chiusura delle dipendenze si è associata una maggiore diffusione dei canali informatici di contatto con la clientela. Tra il 2013 e il 2017 l’utilizzo di strumenti alternativi al contante è cresciuto notevolmente; si è incrementato in particolare il ricorso alle carte di pagamento, favorito dalla loro maggiore diffusione tra la popolazione e dal loro uso anche per transazioni di importo più contenuto rispetto al passato.

A differenza di quanto osservato a livello nazionale, in Sicilia il credito ha sostanzialmente ristagnato. Sull’andamento ha inciso il calo dei prestiti alle Amministrazioni pubbliche e alle imprese; i finanziamenti alle famiglie hanno invece continuato a espandersi. La capacità di ripagare i debiti da parte della clientela siciliana è notevolmente migliorata, favorita dalla congiuntura economica favorevole e dai bassi tassi di interesse. Il flusso di nuovi prestiti deteriorati è tornato sui livelli precedenti la crisi finanziaria e il peso dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche si è sensibilmente ridotto, grazie anche alle ingenti operazioni di cessione effettuate soprattutto dagli intermediari di maggiore dimensione.

Negli ultimi anni la spesa delle Amministrazioni locali si è complessivamente ridotta: alla modesta crescita della spesa sanitaria si sono contrapposti il calo del costo del personale e una significativa contrazione degli investimenti. Le entrate correnti degli enti territoriali sono lievemente aumentate, grazie principalmente alla dinamica dei trasferimenti erariali. È proseguito il calo del debito delle amministrazioni locali siciliane, la cui incidenza sul PIL rimane comunque superiore alla media nazionale.