La Ragioneria dello Stato ha inviato alla Regione una nota, di ben quattordici pagine, con la quale solleva rilievi alla legge di stabilità approvata lo scorso 29 aprile.
Se questa è la strada non ci saranno dubbi, l'impugnativa dal parte del Consiglio dei Ministri è vicina.
La disposizione secondo cui gli ex Pip verranno assunti dalla Resais entra in netto contrasto con una norma del 2016 secondo cui non è possibile procedere a nuove assunzioni, a tempo indeterminato, tranne che non si tratti di precari di Comuni o di Regione .
Il Ministero dell'Economia chiede poi che ci sia più trasparenza nell'approvazione dei bilanci per le società.
Dubbi di legittimità costituzionale sono stati sollevati per la norma che riguarda i prepensionamenti alla Regione, che comporterebbero forti oneri per la finanza pubblica e che al momento non hanno alcuna copertura.
Identica situazione per gli anticipi di liquidazione della buonuscita e per la norma che prevede entro il 2019 la proroga dei contratti dei precari negli enti locali, anche qui c'è un problema di copertura economica.
Il Mef, inoltre, sostiene di non essere a conoscenza di alcun contenzioso tra la Regione e lo Stato per la revisione di accordi finanziari, così come più volto sostenuto dal Governo Musumeci.
La Regione aveva dato pieno mandato al Ragioniere generale per intervenire economicamente in base a questo fantomatico negoziato.
Lo stop arriva dal Ministero, il negoziato di cui si parla non c'è, non esiste.
Incostituzionale potrebbe essere anche la richiesta da parte dell'assessore all'Economia, Gaetano Armao, della restituzione delle accise. Secondo lo Stato centrale, infatti, tale restituzione potrebbe esserci solo con un altro aumento della compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria e la stessa somma dovrebbe essere riutilizzata all'interno del settore Sanità.
Altro nodo arrivato al pettine è il Reddito di inserimento, la norma regionale non ha previsto alcun termine mentre la copertura finanziaria è prevista solo per il 2018, quindi la Regione deve indicare l'arco temporale di durata della misura.
Forti dubbi di legittimità per la norma che prevede l'aumento del budget per le strutture sanitarie private vittime di richieste di estorsione. Il criterio per l'attribuzione dei fondi non è pertinente alla verifica dei fabbisogni sanitari.
C'è lo stop per tutti i contributi che sono finiti in finanziaria, voluti dai deputati regionali che dovevano accontentare parte del loro elettorato.
Problemi di copertura finanziaria anche qui. Finiranno nel cestino, con molta probabilità, i contributi per l'abbattimento delle barriere architettoniche, i fondi per gli ospedali in aree a rischio, i fondi per i rifugi sanitari, per il recupero degli impianti sportivi, per l'emergenza idrica a Messina e per la valorizzazione dei siti Unesco.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ora potrebbe impugnare tutti gli articoli o solamente alcuni della Legge di stabilità.
Il Governo regionale dal canto suo si dice pronto a salvaguardare le norme a tutela dei precari e dei ceti deboli. L'assessore Gaetano Armao, all'Economia, è stato a Roma per discutere le impugnative con le controdeduzioni regionali e a cassare la norma che vorrebbe la promozione senza concorso di oltre 700 funzionari. La norma, in verità, era stata già abrogata nel collegato approvato dall'ARS a fine giugno.
Si dice sereno il vicepresidente della Regione, la maggior parte delle norme impugnate dallo Stato sono non volute dal governo di Musumeci ma dai singoli deputati, ognuno con i propri emendamenti ha fatto lievitare spesa e numero di norme.
Durante la seduta dell'Assemblea regionale, inoltre, è stata approvata la mozione con la quale si chiede al governo di ritirare il provvedimento con il quale erano pronti a selezionare 25 esterni, esperti del settore rifiuti.
Forte l'opposizione da parte del PD che ha insistito e ritenuto necessario ricercare queste figure all'interno dei dipendenti regionali. Inoltre i dem accusano Musumeci per aver fatto ricadere la responsabilità dell'emergenza rifiuti sui Comuni, che non sanno più come fronteggiarla.
Battaglia all'ARS tra i parlamentari del movimento Cinque Stelle che si sono espressi per l'abolizione dei vitalizi e la capogruppo dell'UDC, Eleonora Lo Curto.
Per la Lo Curto i grillini fanno del “Populismo spicciolo sui vitalizi perché sanno di avere perso terreno nel consenso registrando sonore sconfitte alle ultime amministrative. Ed allora tornano sui vecchi metodi dell’istigazione all’odio contro chi fa politica ed ha servito le Istituzioni”.
La deputata dello scudo crociato indica la strada che la vera politica avrebbe intrapreso tenendo conto della realtà del Paese, cosa diversa, invece, per i pentastellati: “I grillini sono i massimi esponenti della incoerenza e della doppiezza. Spieghino, ad esempio, come hanno fatto ad allearsi con la Lega che per loro era quasi l’anticristo. I Cinquestelle usavano i peggiori epiteti contro la Lega. La verità è che non hanno statura politica e sanno solo gettare polvere negli occhi e agitare le acque per i propri tornaconti. Perché i grillini non agiscono ad esempio per decurtare i lauti incarichi che stanno distribuendo nel sottogoverno? Appare fin troppo evidente che quando si tratta di loro amici da piazzare in CdA chiudono entrambi gli occhi rispetto alle logiche di risparmio”.