Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
08/07/2018 04:30:00

Mafia, il boss pentito si sfoga su Facebook: “Ci scasso tutti i cuorna”

Un lungo sfogo in dialetto. Il boss Giuseppe Tantillo, capo del Borgo Vecchio adesso collaboratore di giustizia, è apparso in un video su Facebook in cui si lascia andare a un lungo e colorito sfogo.

La performance però viola le prescrizioni che gli sono state imposte (adesso vive in una località protetta ndr) e rischia di mettere in discussione lo status di pentito.


“Sugnu liberu – dice – a un curnutu i chissi ci scassu tutti i cuorna, puru uora ca sugnu pintitu”.

Il video – postato in una pagina aperta sotto falso nome – rischia di entrare nel fascicolo del processo d’appello al clan di Porta Nuova, di cui Tantillo ha fatto parte fino alla scelta di pentirsi.

L’avvocato Giovanni Castronovo, difensore di uno degli imputati, ritiene infatti che le frasi pronunciate dal collaboratore di giustizia ne diminiuscano la credibilità. Dimostrerebbero, secondo il legale, che dietro le sue dichiarazioni ci sono motivi di risentimento personale.

Tantillo era il gestore delle estorsioni e negli anni aveva esercitato un dominio assoluto nel quadrilatero compreso tra il carcere Ucciardone e il Politeama. Poi la decisione di collaborare con la giustizia. Ed è stato lui a inguaiare anche Fabrizio Ferrandelli (è stata poi chiesta l’archiviazione) gettando l’ombra del voto di scambio per le elezioni del 2012.

“I cuorna propriu fetunu – dice Tantillo davanti alla webcam – i cuorna si fanno puru tra cucini. Lassa iri a chidda ca pari a figghia ‘i Fantozzi. Ma chidda, ca so’ marito è ‘n galera…”. “Sugnu liberu – prosegue – a un curnutu i chissi ci scassu tutti i cuorna, puru uora ca sugnu pintitu”. E via con gli insulti verso “quattru indegni e cati ri munnizza e pulle”, che approfitterebbero delle trasferte per incontrare i parenti detenuti al Nord per macchiarsi di tradimenti. “Iu parenti unn’aju – tuona – parole prima un mi nni ricìanu. Ora ca sugnu pintitu, ma prima non me ne dicevano. Sunnu carne da macello ca mancu i cani sa mancianu… ‘Nna vita c’è cu nasci cani e cu nasci buonu”.

Non mancano i riferimenti a interessi familiari e soldi. Accanto a lui c’è la moglie: “Siti novi frati, lassa iri chiddu ca un c’è chiù – dice la donna riferendosi a uno dei fratelli morti – e un vi schifiati, vi litigate pi un euru”.

da BlogSicilia