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12/07/2018 06:00:00

Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente. Fatturato di 14,1 miliardi. Aumentano le inchieste

14,1 miliardi è il fatturato annuo di Ecomafia spa, cresciuto nel 2017 del 9,4%. Fatturato che aumenta anno dopo anno di pari passo ai reati contro l’ambiente. Di contro si registra anche l'aumentano degli arresti, con un +139,5% di ordinanze di custodia cautelare rispetto al 2017. La maggior parte dei reati che riguardano il settore dei rifiuti avvengono in Campania, mentre su tutta Italia si contano 17mila nuove costruzioni abusive.

Sono questi i dati del Rapporto Ecomafia 2018 presentato da Legambiente che chiede al parlamento di completare la rivoluzione avviata con la legge sugli ecoreati e affidare allo Stato la competenza sulle demolizioni degli abusi edilizi. 


E' record di arresti e inchieste
Dal Rapporto Ecomafia 2018 spiccano 538 ordinanze di custodia cautelare emesse per reati ambientali nel 2017 (139,5% in più rispetto al 2016). Un risultato importante sul fronte repressivo - dicono gli ambientalisti - frutto sia di una più ampia applicazione della legge 68, come emerge dai dati forniti dal ministero della Giustizia, (158 arresti, per i delitti di inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica, con ben 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell'anno precedente). Ma dovuta anche al «vero e proprio balzo in avanti» dell’attività delle forze dell’ordine contro i trafficanti di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016), 177 arresti, 992 trafficanti denunciati e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016). Il settore dei rifiuti è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24%.

Ecomafia, censiti oltre 330 clan
I clan censiti da Legambiente finora e attivi nelle varie forme di crimine ambientale sono 331. Il 2018 è anno da record per lo scioglimento delle amministrazioni comunali per infiltrazioni mafiose. Sedici i Comuni sciolti da gennaio, 20 nel 2017. Mentre i comuni attualmente commissariati dopo lo scioglimento sono 44 (ci sono anche alcuni sciolti nel 2016 e prorogati). Sono soprattutto i clan a minacciare gli amministratori pubblici che difendono lo stato di diritto e la salvaguardia dell'ambiente. Secondo i dati, sono state 537 le intimidazioni nel 2017, se si considerano invece gli ultimi cinque anni il numero sale a 2.182.


Più 75% di contestazioni su ecoreati

Complessivamente, cioè considerando sia la parte sui delitti previsti dal codice penale che quella sulle prescrizioni ex Parte VI bis del Codice dell'Ambiente, secondo i dati la legge 68 è stata applicata dalle forze dell'ordine 484 volte, portando alla denuncia di 31 persone giuridiche e 913 persone fisiche, arrestandone 25, chiudendo il cerchio con 106 sequestri per un valore complessivo di oltre 11,5 milioni di euro. A livello regionale, la Sardegna registra il numero più alto di contestazioni, 77, seguita dalla Sicilia, (48), dal Lazio (47), dall'Umbria (47), dalla Calabria (44) e dalla Puglia (41).
Nel 2017 – secondo i dati forniti in esclusiva a Legambiente da Snpa – le forze dell’ordine hanno impartito 1.692 prescrizioni, quasi 5 al giorno, la maggioranza delle quali, circa 1.000, già ottemperate (e ammesse al pagamento), incassando più di 3 milioni di euro. Il balzo in avanti nell'applicazione della legge 68 è certificato anche considerando l'attività di tutte le forze dell'ordine, dove gli ecoreati contestati passano da 173 (anno 2016) a 303, con una impennata netta del 75 per cento.

Traffici illeciti di rifiuti, boom di inchieste
Il 2017 è l'anno del rilancio delle inchieste contro i trafficanti di rifiuti e nel settore si concentra la percentuale più alta di illeciti: il 24% è più di quanto contestato per i delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22,8%), gli incendi boschivi (21,3%), il ciclo del cemento (12,7%). In crescita anche le tonnellate di rifiuti sequestrate dalle forze dell’ordine nell'ultimo anno e mezzo: nell’ambito di 54 inchieste (in cui è stato possibile ottenere il dato, su un totale di 94) sono state più di 4,5 milioni di tonnellate. Pari a una fila ininterrotta di 181.287 Tir per 2.500 chilometri.
Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti ci sono i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone. Più che allo smaltimento vero e proprio è alle finte operazioni di trattamento e riciclo che in generale puntano i trafficanti, sia per ridurre i costi di gestione che per evadere il fisco. 

Abusivismo edilizio
Il lavoro delle forze dell'ordine nel 2017 ha portato alla luce 3.908 infrazioni sul fronte «ciclo illegale del cemento», una media di 10,7 ogni 24 ore, e alla denuncia di 4.977 persone. Un dato in leggera flessione rispetto all’anno precedente, ma che testimonia come – dopo anni di recessione significativa - l'edilizia, e quindi anche quella in nero, abbia ricominciato a lavorare. Il 46,2% dei reati si concentra nelle quattro cosiddette regioni a tradizionale presenza mafiosa, ossia Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Anche in questa edizione di Ecomafia emerge che in Italia si continua a costruire abusivamente: secondo le stime del Cresme, nel 2017 sarebbero state costruite circa 17mila nuove case abusive.  Rimane ancora molto da fare pure sul fronte delle demolizioni: le poche realizzate sono da attribuire al lavoro delle procure.

Agroalimentare, sequestri per oltre 1 miliardo
In crescita i reati nel settore agroalimentare, che toccano quota 37mila. Ci sono inoltre 22mila persone denunciate o diffidate, 196 arresti e 2.733 sequestri. Settori particolarmente colpiti quello ittico, della ristorazione, di vini e alcolici, della sanità e cosmesi e in genere nel campo della repressione delle frodi nella tutela della flora e della fauna. «Impressionante» e nettamente in salita rispetto al 2016 (quando oscillava intorno ai 700 milioni) il valore dei sequestri effettuati, che supera nel 2017 abbondantemente un miliardo di euro.

Crescono reati contro la biodiversità
Più di 6mila le persone denunciate per reati contro la biodiversità, quasi 17 al giorno, nel 2017 e 7mila le infrazioni (19 al giorno +18% rispetto al 2016). L'aggressione al patrimonio di biodiversità continua senza sosta, sulla pelle di lupi, aquile, pettirossi, tonni rossi, pesci spada e non solo. Le regioni a tradizionale presenza mafiosa totalizzano il 43% dei reati. La Sicilia è in testa per numero di illeciti (1.177 pari al 16,8% del totale nazionale), seguita dalla Puglia (946 reati), dal Lazio (727) e dalla Liguria per la prima volta in quarta posizione (569), prima della Calabria (496) e della Campania (430).

                                                         

Ladri di cultura, fatturato da oltre 330 milioni di euro
Sono stati 719 i furti d'opere d’arte, in crescita del 26% rispetto al 2016, che hanno comportato 1.136 denunce, 11 arresti e 851 sequestri effettuati in attività di tutela. Il 38% dei furti si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, cioè 273, di cui 148 nella sola Campania. Come gli anni passati Lazio e Toscana, rispettivamente con 96 e 85 furti, mantengono il podio nella speciale classifica di ruberie, seguite dalla Sicilia (70) e dalla Lombardia (58). La stima economica sul fatturato incassato dai furti d'arte oscillerebbe sui 336 milioni di euro.

Allarme shopper illegali
È ancora allarme sugli shopper fuori legge, che inquinano ambiente e mercato, con sacche di illegalità diffuse in tutto il paese. Come ricorda l’Osservatorio Assobioplastiche, in media 60 buste su 100 in circolazione sono assolutamente fuori norma. Serve dunque intensificare i controlli , visto che - dice Legambiente - i mercati rionali di ortofrutta e i negozi al dettaglio a immettere sacchetti ormai fuori legge. Dai dati resi noti dal Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale della Guardia di finanza e dal Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri, nel 2017 le sanzioni pecuniarie comminate ammontano a 5 milioni di euro.