La Cassazione ha ribadito che non esiste correlazione tra vaccini e autismo. Ieri è arrivata infatti la sentenza che nega l’indennizzo chiesto da un padre per il figlio ammalatosi nel 2001 dopo un’iniezione esavalente (contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, haemophilus influenzae b ed epatite b).
La Corte ha confermato quanto stabilito dal tribunale e dalla Corte d’Appello di Napoli. Non esiste, si legge nell’ordinanza, una «plausibilità biologica di relazione tra i due eventi» (vaccinazione e manifestarsi della malattia).
Nel caso in esame, oltre alle relazioni sullo stato della letteratura scientifica in materia, c’erano anche specifiche perizie che risultavano del tutto negative (nessun ricovero né visita neurologica per asserite reazioni allergiche ai vaccini e una diagnosi di sindrome autistica per richiesta posta almeno due anni dopo).
Com’è nata la bufala sui vaccini: Andrew Wakefield, ex chirurgo inglese, pubblicò nel 1998 su Lancet un articolo in cui sosteneva la correlazione, poi smentita da numerosi altri studi, tra il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia e l’autismo. Dopo l’uscita del suo lavoro, le coperture vaccinali nel Regno Unito sono scese dal 90 al 70% e di conseguenza i casi di morbillo, di cui alcuni gravi o addirittura fatali, sono aumentati. Nessuna delle ricerche successive a quella di Wakefield ha mai messo in evidenza alcun possibile rapporto tra vaccini e autismo. Non solo: si è scoperto che i dati dall’ex medico pubblicati erano stati volutamente inventati, per presunti interessi economici.