Le strade di Partanna sono state attraversate da 200 giovani arrivati da tutta Italia per ricordare Rita Atria, la 17enne suicida a Roma il 26 luglio del 1992 subito dopo la strage di via D’Amelio. I volontari di Libera si sono dati appuntamento davanti alla tomba per ricordare la testimone di giustizia che aveva affidato a Paolo Borsellino le sue accuse contro i clan della provincia di Trapani, dopo gli omicidi del padre Vito e del fratello Nicolò.
Altri volontari dell'associazione di Don Ciotti che partecipano al campo di volontariato e formazione a Ostia, hanno ricordato Rita in viale Amelia davanti al palazzo dove si è suicidata - come ricorda ilsitodisicilia.it -.
Prima di arrivare a Partanna i ragazzi hanno fatto tappa a Portella della Ginestra, primo luogo della memoria e poi si sono trasferiti a Cinisi per Peppino Impastato.
“Rita Atria è la settima vittima di via d’Amelio, incapace di sopravvivere alla morte di Paolo Borsellino, che era per lei come un padre – le parole di Enza Rando, vicepresidente di Libera presente a Partanna- . Tanti giovani sono arrivati da tutta Italia per ricordarla, per rinnovare, nell’intimo della coscienza, la sua graffiante lezione di vita. La vita spezzata di Rita ha generato tanti frutti in questi ventisei anni. E se oggi la ribellione interna alle mafie è rappresentata soprattutto dalle donne, donne che non accettano la violenza di una società di maschi e padrini, donne che vogliono per sé e per i loro figli una vita e un mondo diversi e che chiedono aiuto per realizzarli è anche grazie a Rita e a chi ha scelto la legge del cuore e della coscienza invece di quella del potere, della violenza e del silenzio” conclude Rando.