La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha confiscato il patrimonio – valutato 800 milioni dagli investigatori della Dia nel momento in cui fu effettuato il sequestro, 3 anni fa – di un ex parlamentare regionale siciliano, Giuseppe Acanto, ritenuto vicino alla mafia dell’hinterland palermitano.
Le indagini sul ragioniere risalgono al 2014 dall’analisi della contabilità di alcune aziende del mercato ortofrutticolo di Palermo. Si scoprì che nel suo studio, a Villabate, Acanto conservava le scritture contabili anche di una sfilza di imprese riconducibili, come sostiene l’accusa, a esponenti mafiosi delle famiglie Mandalà, D’Agati, Cirrito e Fontana.
Il collegio, composto dal presidente Raffaele Malizia e dai giudici Luigi Petrucci e Giovanni Francolini, ha applicato ad Acanto la sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno per quattro anni.
La confisca totale o parziale riguarda, invece: 25 società, negozi di abbigliamento, una casa per assistenza agli anziani e 12 immobili tra Misilmeri e Madonna di Campiglio.