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05/08/2018 06:00:00

Crescita economica zero in Sicilia. Giovani ormai in fuga, l'Isola rischia lo spopolamento

1 milione e 142 mila abitanti in meno entro il 2065. La Sicilia rischia di perdere un quarto della sua popolazione grazie all’emigrazione giovanile e alla bassa natalità.

E’ questa la preoccupante proiezione futura fatta dall’ultimo rapporto Svimez, l’associazione per lo sviluppo industriale nel Mezzogiorno. La Sicilia è caratterizzata da un’economia stagnante che non decolla, e anche se il dato occupazionale è in crescita, fatto però di lavori precari, mal retribuiti e poco qualificati, si sta favorendo l’emigrazione verso il nord e verso l’estero.

Dal 2015 al 2017 sono crollati i contratti a tempo indeterminato a vantaggio di quelli a termine e per lo più sono impieghi stagionali nel comparto turistico e nell’agricoltura. Così, non avendo la solidità economica, ai giovani siciliani non resta che trasferirsi al nord o emigrare in cerca di fortuna.

I DATI PREOCCUPANTI PER LA SICILIA – Il Pil dell’isola cresce solo dello 0,4 per cento e tra le regioni del sud peggio fa solo il Molise con meno 0,1%. “Il dato è preoccupante perché la Sicilia si attesta come la regione che evidenzia una frenata maggiore”, afferma Giuseppe Provenzano, vicedirettore della Svimez. “Nel 2017, il Pil pro capite del Nord supera i 34mila euro, quello siciliano si ferma a 17. 494. Sono numeri che traducono una debolezza strutturale. Sebbene, infatti l’occupazione sia cresciuta (1,1 per cento), è a bassa retribuzione, stagionale, precaria, non qualificata, che non riesce, dunque, ad incidere sulla ripresa economica".

LA CRISI DELL’EDILIZIA - Per quel che riguarda i comparti crescono agricoltura, industria e anche i servizi. Il settore dell’edilizia è, invece quello che frena l’economia siciliana. Dal 2008 al 2014, ha perso il 42,8 per cento. Nel 2017 si sono persi 7mila posti di lavoro.

LA GRANDE FUGA - Nel 2017 sono circa 17 mila le persone che hanno lasciato la Sicilia. E’ un crescendo negli ultimi anni. 9.300 persone nel 2016, 16.700 nel 2017 e nei primi tre mesi del 2018 sono già 3 mila 800 i giovani che hano lasciato l’Isola.

Per Luca Bianchi direttore di Svimez sull’allarmante previsione di spopolamento della Sicilia pesa il deficit dei servizi, la stagnazione della crescita e dell’occupazione, l’efficienza della pubblica amministrazione, che determinano una bassa qualità della vita.

750 mila i siciliani sparsi nel mondo - Secondo il rapporto “Italiani nel mondo 2017” della Fondazione Migrantes i siciliani in giro per il mondo sono 750 mila. Insomma, più di tutti gli abitanti di Palermo. Tra le città e le province con il maggior numero di cittadini residenti all’estero il record va all’agrigentino.  Nel 2016, i residenti all’estero erano 150mila, Catania al secondo posto con 117mila e Palermo con 115mila.

Tra i comuni che hanno più residenti iscritti al registro degli italiani all’estero c’è Aragona, 9.600 residenti e oltre 8mila concittadini in Belgio, Francia, Germania, Inghilterra e Australia. Palma di Montechiaro, 10.600 su 23.300, Licata 15.900 su 37.800 e Favara 10.200 su 32.600.

Lo spopolamento — afferma Provenzano — dipende dalla bassa natalità, dall’emigrazione delle fasce giovanili in età fertile e dal fatto che, sebbene  la Sicilia sia terra d’accoglienza, non si riescano a integrare flussi migratori. La Sicilia si spopola e invecchia e questo si ripercuote sullo sviluppo”.

UN ALTRO TIPO DI FUGA, QUELLA PER CURARSI – Altra migrazione che incide sull’economia siciliana e che impoverisce le famiglie è quella per le cure sanitarie. Nel 2016 21mila siciliani sono andati a curarsi in altre regioni, soprattutto per patologie gravi e con cure molto costose che pesano in generale sulle tasche del 2,7 per cento dei siciliani.

LE STORIE – Tra i giovani che hanno lasciato la Sicilia c’è Lorenzo Clemente, palermitano di 28 anni. Dopo la laurea magistrale in scienze, ha fatto tirocini ed esperienze di lavoro non retribuite, ora è dottore di ricerca all’università Carolina di Praga, la più antica della Repubblica Ceca. Lì ha trovato la stabilità economica che gli mancava in Sicilia.

Veronica Cesarco è di Nissoria, un paesino di tremila abitanti in provincia di Enna. Ventinovenne, una laurea e specializzazione di traduzione in tasca, dopo gli studi tra la Sicilia e Torino si è stabilita a Colonia, in Germania, dove lavora come traduttrice freelance e da poco per il tribunale.