Termina la pausa estiva per il Governo di Nello Musumeci, i pochi giorni di ferie a disposizione sono serviti a fare il punto delle varie situazioni e mancate riforme.
Mancano pochi mesi e il Presidente insieme ai suoi assessori spegneranno la candelina. Un anno di riforme annunciate. La Sicilia chiede, intanto, la normalità.
La Giunta ha dato il via libera alla riforma del 118 firmando un protocollo di intesa con la Lombardia. Addio alla Sues che prenderà il nome di Areus.
Non più una società partecipata ma una società regionale che avrà il compito di riorganizzare la rete delle emergenze-urgenze sanitarie.
La Cisl Fp Sicilia, a mezzo del suo segretario Paolo Montera e Marco Corrao, segretario generale, chiede di dialogare sulla tematica: “Aspettiamo di conoscere i dettagli di questa operazione.La creazione di un'azienda pubblica è un obiettivo che come sindacato abbiamo sempre auspicato, anche per fornire servizi più efficienti ai cittadini in un settore così delicato e importante come l'emergenza sanitaria. Ma, ovviamente, ci aspettiamo garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori".
Il disegno di legge dovrà essere discusso ed approvato dall'Assemblea Siciliana, sarà previsto per la nuova società la creazione di un consiglio di amministrazione con il suo relativo presidente. Un modello traslato dalla Lombardia alla Sicilia, e sarà proprio un lombardo il presidente che occuperà quella casella che dovrà rivoluzionare il sistema, si tratta di Alberto Zoli.
Malumori dentro Forza Italia, la poltrona che fa gola a tanti, Gianfranco Miccichè aveva pronto il suo di nome da piazzare.
E' scontro anche su un altro nome indicato da Nello Musumeci come componente del Cga. In quota, indicato proprio dal Governatore siciliano, c'è Giovanni Ardizzone, ex presidente dell'ARS. Il nome non va giù a Miccichè ma nemmeno al deputo dell'UDC Vincenzo Figuccia. A bloccare la nomina in questo momento è proprio l'attuale presidente di Sala d'Ercole, che al posto di Ardizzone chiede che venga indicato l'avvocato Pietro Aloisi vicino agli azzurri. A tacciare di poca imparzialità e di non adeguatezza al ruolo per Ardizzone è Figuccia.
Dai nomi da piazzare su poltrone importanti si è tornati a parlare di infrastrutture. Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha creato allarmismi in tutte le regioni italiane. Vertice negli uffici siciliani, si discute del viadotto Morandi di Agrigento, chiuso per ragioni di sicurezza già nel 2017.
Si deve decidere cosa farne. Idee chiare per Sebastiano Tusa, assessore regionale ai Beni Culturali: la ristrutturazione del viadotto costerebbe oltre 30 milioni di euro.
Una cifra considerevole. Tusa poi constata il deturpamento del paesaggio con la presenza invasiva dell'infrastruttura, i piloni sovrastano un'area archeologica.
Prende concretezza l'ipotesi di abbattere il viadotto: “E' fuor di dubbio che la sua rimozione darebbe respiro visivo ed una più esaustiva e bella visione della Valle da più punti di osservazione”. Una scelta che verrà accuratamente presa con le parti in causa e soprattutto con i cittadini del posto che non dovranno subire alcun disagio per la circolazione.
"Si tratta di scelte – dice l'assessore - che vanno inserite in un contesto regionale ben più ampio, nell’ambito di quella opportuna e tempestiva attività di verifica che il presidente Musumeci ha intrapreso con grande sensibilità e senso di responsabilità".
Ferie finite anche per i deputati regionali che torneranno in Aula il 13 settembre alle ore 16, speriamo che questa volta le sedute durino qualcosa in più del fatidico quarto d'ora accademico.