Ha suscitato molte reazioni anche fuori luogo la storia del cibo di un centro di accoglienza gettato per strada a Castelvetrano nei giorni scorsi. Reazioni indignate per molto cibo, pane e pasta, visibilmente ancora buono, ma scaduto da un giorno.
E' stato trovato da alcuni cittadini in strada a Castelvetrano, di fronte il cimitero, dentro un sacco nero. Il cibo aveva il marchio de "La locanda", il centro di accoglienza per migranti e richiedenti asilo che ha circa 120 posti.
E infatti c'è anche l'etichetta con il numero dell'ospite destinatario del pasto. La segnalazione è stata fatta sul gruppo Facebook dedicato alle "segnalazioni" su ciò che non va a Castelvetrano e dintorni.
Pane, cibi precotti come cotolette e patatine, gettati in strada. Le foto hanno suscitato l'indignazione di molti che si sono scagliati contro gli ospiti del centro di accoglienza accusati di essere “schizzinosi” e di far gettare per strada il cibo.
Ecco alcuni dei commenti contro i profughi del centro di accoglienza.
I profughi c'entrano poco con quanto successo, ma ormai è facile prendere il “nero” e incriminarlo. Molti altri invece se la prendono con la struttura che ha permesso che si buttasse del cibo per strada in questo modo e che non avrebbe fatto nulla per evitare che si sprecasse, donandolo, prima della scadenza, a bisognosi.
C'è da dire che la foto è stata scattata il giorno dopo la scadenza indicata nella confezione del pane, il 3 settembre. Mentre per i cibi precotti bisogna dire che non possono essere riciclati, nel senso che una volta cotti non possono essere riscaldati all'infinito. I cibi precotti sono da consumarsi una volta dopo la prima cottura. Li riscaldi una volta, se nessuno li mangia sono da buttare. Succede così anche negli ospedali, o in quelle mense scolastiche che utilizzano cibi precotti. Il pericolo è di fastidi gastrointestinali, e questi possono sorgere a bambini, adulti, e migranti.
Perchè sono rimaste queste porzioni? Spesso queste strutture ordinano un quantitativo maggiore, o c'è un difetto di comunicazione con il fornitore, oppure alcuni ospiti non sono presenti per i pasti, e restano non consumati i cibi precotti e il pane. Allora resta del cibo che non viene consumato. Certo, se fossero rimaste delle porzioni non riscaldate e non ancora scadute si potevano donare a centri caritatevoli.
In questi giorni sui social sono continuati i commenti intolleranti, e molti hanno anche avanzato la proposta di presentare degli esposti contro questo abbandono di cibo, e l'”inquinamento” del verde pubblico. Non si sa se questo sacco nero sia stato buttato dal personale della struttura d'accoglienza.
Però quello che è emerso, ancora una volta, è l'accusa al migrante.