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13/09/2018 09:03:00

Fiducia sul Milleproroghe, il Pd occupa l’Aula. Mattarella striglia Salvini

Il governo ha deciso di mettere la fiducia sul decreto Milleproroghe che sarà votato oggi  cancellando in questo modo tutti gli emendamenti che erano stati presentati nelle ultime settimane, in particolare quello che reintroduceva l’obbligo dei vaccini a scuola. I deputati del Pd, per protesta, hanno occupano l’aula di Montecitorio sedendosi sui banchi dei ministri. I dem, ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia, contestano la legittimità dell’atto, dato che la fiducia è stata autorizzata dal Consiglio dei ministri del 24 luglio, prima che il decreto fosse firmato dal presidente della Repubblica e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Da quel momento, ha spiegato Roberto Giachetti (Pd), «il decreto Milleproroghe è cambiato sostanzialmente, per cui la fiducia autorizzata dal Cdm non può riferirsi al testo in esame alla Camera».

Scrive Mattia Feltri sulla Stampa:

Il Milleproroghe, in una definizione tecnica, è un decreto omnibus del governo che proroga altri decreti ormai sul punto di scadere. In una definizione politica, invece, è «la dimostrazione di come non si devono fare i decreti, è il decreto incostituzionale per antonomasia, è l’ennesima trovata per estorcere soldi agli italiani», Luigi Di Maio (M5S), dicembre 2013; è «uno strumento che rappresenta la fotografia esatta del rapporto malato dello Stato coi cittadini: in Europa lo abbiamo solo noi, e non credo che gli altri siano tutti cretini», Andrea Cecconi (M5s), febbraio 2015; «è l’essenza del fallimento del modo di legiferare della politica italiana», Vincenzo Caso (M5s), febbraio 2017; è «la politica che mette la toppa ai buchi», Laura Castelli (M5S), febbraio 2015; «è un obbrobrio legislativo che sotto il nome di Giocondo squalifica le istituzioni di un Paese», Giovanni Endrizzi (M5S), febbraio 2017; è «un provvedimento mostro con cui il Parlamento cede al governo», Luigi Di Maio (M5S), febbraio 2014; è «un provvedimento di dubbia costituzionalità perché un decreto presuppone urgenza e invece è diventato un appuntamento fisso, è la prova dell’inefficienza del governo, è l’ultimo treno delle marchette», Federica Dieni (M5S), febbraio 2017; è «non solo l’ennesimo decreto per questioni non urgenti, ma lo si impone con la fiducia - uno strumento pensato per verificare la tenuta maggioranza - di modo che sia votato a scatola chiusa e in tempi rapidi». Francesca Businarolo (M5S), febbraio 2015.
Ieri il governo ha messo la fiducia sul Milleproroghe.

 
L’Europarlamento approva la risoluzione contro l’Ungheria
Con 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione che accusa l’Ungheria di Orbán di violare i principi della democrazia. Tra gli eurodeputati italiani hanno votato contro la risoluzione Forza Italia, l’Udc e la Lega; a favore, invece, Pd e M5s. Ora spetta al Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue decidere se attivare la procedura dell’articolo 7 del Trattato comunitario che, dopo una lunga procedura, potrebbe portare a sanzioni come la sospensione del diritto di voto.
 
La gaffe di Di Maio sul museo della Magna Grecia
Ultima gaffe di Di Maio: intervistato a Cartabianca, ha detto che «Taranto non ha musei degni della Magna Grecia». Immediata la replica piccata di Eva Degl’Innocenti, direttrice del MarTa: «Egregio ministro, sarei molto onorata di poterla accogliere nel museo archeologico più importante della Magna Grecia, che ha sede proprio a Taranto, uno dei musei archeologici più importanti al mondo». Al MarTa si trovano tra gli altri i famosi Ori di Taranto e i resti del cosiddetto Atleta di Taranto.
 
Mattarella striglia Salvini
Nel giorno del sit-in della Lega davanti al Senato in difesa di Salvini, indagato dai magistrati di Palermo per il caso della nave Diciotti, Mattarella ha lanciato un messaggio al capo della Lega. «I magistrati non sono chiamati a seguire gli orientamenti elettorali, ma devono applicare la legge e le sue regole, il cui rispetto è indispensabile, sempre, quale che sia l’intenzione di chi si propone di violarle», ha detto Mattarella ricordando alla Camera Oscar Luigi Scalfaro.
Salvini «attacca i magistrati, rinfaccia loro di "non essere eletti", lascia intendere che le inchieste che lo riguardano a proposito della nave Diciotti sono parte di un’operazione politica, ironizza, appende l’avviso di garanzia sulla parete dell’ufficio... insomma si comporta come nessun ministro dell’Interno ha fatto in tempi recenti. Il meno che poteva attendersi è che Mattarella lo redarguisse con un "memento" circa i doveri istituzionali, il primo dei quali è il rispetto dei propri ambiti e degli altri poteri dello Stato. Ma sarebbe un errore non leggere l’altra parte dell’intervento del presidente. Laddove ricorda anche ai magistrati — e non è la prima volta — i loro doveri: il primo dei quali consiste nel non abusare dell’autonomia garantita dalla Costituzione. Fare politica con la toga è un peccato civile, si potrebbe dire, che scardina l’equilibrio generale, creando le premesse per un’eterna sfida all’Ok Corral» [Folli, Rep].

Conte
Francesco Merlo ha paragonato il premier Giuseppe Conte ad Agilulfo, cioè il finto cavaliere di Calvino che era in realtà un’armatura vuota. «Non vanno liquidate con le risate le ricorrenti piccole-grandi truffe curriculari del premier Giuseppe Conte che accademicamente è una figura ben più drammatica che ridicola. Innanzitutto perché trucca la grande tradizione italiana del professore-politico, da Moro a Spadolini, da Amato a Monti, da Colletti a Melograni, da Tullio De Mauro a Rodotà. Se politicamente è infatti il burattino che non riesce a diventare Pinocchio, dal punto di vista universitario è il professore delle mezze misure spacciate per intere nel curriculum gonfiato, delle mezze porzioni in biblioteca, delle mezze calzette indossate alla New York University, dei mezzi perfezionamenti e del finto gran rifiuto a un concorso invece rinviato, tan-to-chi-se-neac-cor-ge: tié»