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18/09/2018 11:12:00

Lega e Cinque Stelle litigano sul condono, il Pd sulle cene

È durato quasi quattro ore il vertice di governo convocato a Palazzo Chigi per discutere della legge di stabilità. Il ministro dell’Economia Tria ha difeso la soglia dell’1,6 per cento nel rapporto deficit-Pil, mentre Lega e M5s vorrebbero salire al 2%, anche perché hanno bisogno di 8/10 miliardi di euro ciascuno per mettere nero su bianco in manovra le loro promesse elettorali.

«Se insiste, stavolta Tria salta» è la frase attribuita a Di Maio da diversi quotidiani. Gli alleati di governo sono comunque divisi sulla «pace fiscale» ipotizzata dalla Lega. «Il M5s non voterà nessun condono, deve essere ben chiaro», ha detto Di Maio. Mentre nel Carroccio non sono convinti delle due principali proposte dei Cinque stelle, ovvero il reddito di cittadinanza entro marzo 2019 e l’adeguamento delle pensioni minime a 780 euro (secondo i calcoli dei leghisti quest’ultima misura costerebbe 6,3 miliardi in più all’anno).
 
Nel Pd è scoppiata la guerra delle cene
Nel Pd si sono messi a bisticciare sulle cene. Da una parte Renzi, Gentiloni e Minniti avevano inizialmente accettato l’invito di Calenda ma, dopo polemiche e mugugni, ieri sera l’ex ministro dello Sviluppo economico ha annullato tutto. Nel frattempo Zingaretti, che non era stato invitato a casa Calenda, ha rilanciato: «La prossima settimana ho organizzato in trattoria una cena con un imprenditore del Mezzogiorno, un operaio, un amministratore impegnato nella legalità, un giovane professionista a capo di una start up, una studentessa e un professore di liceo».
Secondo l’ultimo sondaggio Swg il Pd è sotto il 17%