Sono solo cinque in tutta Italia le regioni in cui si ha il giusto numero di infermieri in rapporto ai medici. Il resto del Paese presenta carenze che vanno dai 9.755 infermieri in meno della Sicilia ai 616 infermieri in meno nelle Marche, con conseguenze sulla qualità delle cure.
Se il rapporto ottimale di cura riconosciuto a livello internazionale sarebbe di almeno 3 infermieri per ogni medico, secondo la mappa Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (FNOPI), che analizza le carenze Regione per Regione, le uniche ad aver raggiunto l’obiettivo sono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise e la Provincia Autonoma di Bolzano.
In Calabria, Sicilia, Campania e Sardegna le carenze sono spaventose.
In termini di unità di personale mancante, si va dai 9.755 infermieri in meno della Sicilia ai 616 in meno nelle Marche, passando per i 4724 mancanti in Lombardia, 4540 in Sardegna e 4024 in Calabria, a seguirli la Puglia e il Lazio, dove servirebbero rispettivamente 3931 e 3013 professionisti in più.
In tutto, in Italia sono 53mila infermieri mancanti, comprese le carenze delle singole aziende sanitarie che hanno sede nelle regioni complessivamente in linea con le attese.
Questo non è senza conseguenze. Porta infatti a un aumento di rischi per i malati e per gli stessi operatori: ogni infermiere dovrebbe assistere al massimo 6 pazienti, ma in Italia ne assiste in media 11 e, nelle Regioni dove la carenza è maggiore, si arriva anche a 13, come in Lombardia e Molise, a 15 come nel Lazio, e addirittura 17, come in Campania. Il Friuli Venezia Giulia, vanta invece il rapporto migliore, pari a 8 pazienti per ogni infermiere. A seguirlo Veneto, Toscana, Marche, Basilicata e Liguria con 9.