Il “non luogo a procedere” è stato chiesto dal pm Antonella Trainito per il 42enne mazarese Giovanni Giacalone, accusato, con il 45enne pregiudicato petrosileno Marco Buffa, di truffa ai danni dei coniugi marsalesi Ignazio D’Alberti, di 66 anni, e Paola Giovanna Sciacca, di 60.
Secondo l’accusa, Buffa e Giacalone, facendo credere, “con artifici e raggiri”, ai coniugi D’Alberti di poter ottenere un finanziamento di 200 mila euro, sarebbero riusciti a spillare, a più riprese, ben 15 mila euro. I fatti contestati risalgono all’aprile 2014. Per Buffa, accusato anche di estorsione e danneggiamento, il pm Antonella Trainito ha invocato la condanna a quattro di carcere, mentre per il mazarese Giovanni Giacalone, accusato solo di truffa senza alcuna aggravante, il rappresentante dell’accusa ha chiesto il “non luogo a procedere”. Evidentemente, successive indagini hanno fatto emergere l’estraneità ai fatti contestati del Giacalone. E ciò sarà ulteriormente ribadito nell’udienza del 2 ottobre dall’avvocato difensore Leo Genna. Sempre in quella data, il gup Annalisa Amato potrebbe pronunciarsi sulla richiesta di condanna per Buffa, che al tempo stesso è anche vittima. Contro la sua abitazione, infatti, il 26 settembre 2014, furono esplosi dei colpi di fucile. E di ciò sono accusati D’Alberti e i fratelli Aldo Cosimo e Francesco Vinci.