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27/09/2018 06:00:00

L'abusivimo edilizio in Sicilia. I numeri, i sindaci che "demoliscono" e il caso Marsala

Oltre ad una costante crescita del numero dei nuovi immobili abusivi - solo nel 2017 sono stati accertarti 1.159 casi per un totale di 255.208 metri cubi di cemento illegale -, la Sicilia è la Regione tra le più inadempienti nel far rispettare le ordinanze di demolizione.

Dal 2014 al 2018, infatti, secondo i dati raccolti da Legambiente, su 6.637 ordinanze emesse dall’autorità giudiziaria ne sono state eseguite dai Comuni soltanto 1.089, cioè una su sei. Nel resto d’Italia, nello stesso periodo, sono stati abbattuti 14mila immobili su oltre 71mila dichiarati abusivi: il rapporto è di un edificio demolito ogni cinque irregolari. La Sicilia si trova sul terzo gradino del podio nella classifica delle regioni che non fanno rispettare le ordinanze; con la Campania al primo posto con 16.596 ordinanze e solo 496 demolizioni e il Veneto al secondo posto con 6.820 e solo 2151 abbattimenti.

Sindaci e amministrazioni controcorrente - Sono pochi i sindaci e le amministrazioni in Sicilia che hanno deciso di metterci la faccia e andare controcorrente per fare rispettare, per quanto difficile, le ordinanze. Tra questi ci sono il sindaco di Altavilla Milicia in provincia di Palermo, Pino Virga, il suo collega sindaco di Carini, Giovì Monteleone e il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo che in realtà non fanno altro che il loro dovere e fare rispettare la legge.

Ad Altavilla Milicia, Virga ha fatto abbattere 15 villette e sta lavorando per proseguire con le demolizioni di altri 15 immobili. Il primo cittadino sa che non porta consensi e voti decidere di abbattere le case lungo la costa e sta continuando con sacrifici, visto che il comune ha pochi soldi, prendendo in affitto i mezzi e spendendo una cifra intorno ai 50mila euro.

Sono 20 gli immobili abbattuti dall’amministrazione del Comune di Carini guidata dal sindaco Giovì Monteleone che ha definito il suo Comune: “Citta coltivata a villini”. Sta puntando sulla autodemolizione il primo cittadino, ma per eseguire le 60 restanti demolizioni, sta pensando di fare un bando che permetta la concessione di un tratto di spiaggia a chi abbatterà le case vicine al mare e garantirà la bonifica dell’area.

Altro dato negativo in Sicilia, secondo il rapporto di Legambiente “Abbatti l’abuso”, è che solo nel 15 per cento dei casi di un’ordinanza non rispettata e un proprietario che non vuole demolire, il Comune acquisisce l’edificio al proprio patrimonio.  "La proposta di Legambiente è di far passare la responsabilità delle demolizioni ai prefetti, così da evitare le minacce o i condizionamenti che subiscono i sindaci e togliere qualsiasi alibi a chi ha cercato e cerca consensi elettorali su queste vergogne", le parole di Gianfranco Zanna.

Nel rapporto di Legambiente a livello regionale viene ricordato il caso dell’agrigentino, dove la denuncia del procuratore Patronaggio ha riferito delle 36mila istanze di condono e di queste 9998 sono a Palma di Montichiaro con una media di 1,2 per famiglia, e a Licata con la stessa media e con un numero di case abusive che sfiora le 17 mila unità delle quali 400 si trovano entro i 150 metri dalla battigia e cioè in zona di inedificabilità assoluta. Altro caso riportato dal dossier è quello di Triscina, frazione balneare di Castelvetrano, dove ci sono circa 5mila case abusive, alcune a pochi passi dal parco archeologico.

Il caso Marsala - Tra i Comuni e i sindaci che, nonostante le difficoltà hanno continuato a demolire c’è, come abbiamo detto, anche quello di Marsala. Il Comune ha stanziato 200mila euro nel 2017 e altri 100mila nel 2018 per rispettare le ordinanze di demolizione. «Siamo l’amministrazione con più demolizioni in Sicilia», esulta per il record Di Girolamo. Legambiente è, invece, decisamente meno entusiasta sulla situazione di Marsala. “Sono tanti, circa 500 gli immobili in zona costiera ancora da abbattere – si legge nella nota firmata dal presidente regionale dell’associazione ambientalista Zanna e dalla presidente del circolo Marsala-Petrosino, Letizia Pipitone.

Questa la nota completa e le foto che riprendono dall'alto parte del litorale sud di Marsala che mostrano come era negli anni '50 e  com'è oggi. Foto che secondo Legambiente dicono molto di più delle parole e delle analisi sul tema:

Non abbiamo rilasciato alcuna dichiarazione alla stampa sulla quantità e qualità degli immobili abbattuti a Marsala nella  fascia di inedificabilità assoluta, e cioè a distanza inferiore a 150 m. dalla battigia del mare. Ma dal momento che i numeri delle demolizioni di fabbricati abusivi, circolate in questi giorni, non ci tornano, per fare chiarezza, diciamo che secondo i dati fornitici dall’ufficio abusivismo del Comune di Marsala, sono 38 gli edifici abbattuti dall’Ente dal 2010 ad oggi, mentre sono 15 quelli abbattuti a spese di privati cittadini nello stesso arco di tempo.
Sempre secondo quanto riferito dall’ufficio di questi complessivi 53 fabbricati soltanto tre erano destinatari di ordinanza di demolizione per effetto di sentenza penale passata in giudicato. Infine, per restare ai numeri, gli immobili in fascia costiera ancora da abbattere sono circa 500.
La drammaticità della situazione tuttavia non è data solo dal numero esiguo degli immobili abbattuti e da quello ancora enorme da abbattere, ma da queste immagini che alleghiamo, più eloquenti di qualunque tipo di analisi sull’argomento.
Si tratta infatti di un’immagine fotografica degli anni cinquanta che ritrae il litorale di Marsala sud in località Signorino e di un’immagine di oggi dello stesso luogo scaricata da google.