L’altalena degli abbattimenti delle case abusive di Triscina continua.
Le ruspe sono tornate, dopo essersi “allontanate” a causa di un ricorso al Tar di una delle ditte (la “Di Fiore Rita” di Borgetto, nel palermitano) che aveva partecipato alla gara d’appalto dei lavori di demolizione. Se non ci sono altri impedimenti, i lavori relativi alle prime 85 case potrebbero cominciare tra un mesetto.
Il Tar di Palermo però ha definito “inammissibile per decorrenza di termini” il ricorso presentato e, secondo l’avvocato del comune di Castelvetrano, Francesco Vasile, l’impresa ricorrente non potrebbe più proporre appello contro la decisione del Tar. Ma anche se lo facesse, la sottoscrizione del contratto e quindi le demolizioni, non potrebbero essere comunque più sospese.
L’avvocato della Di Fiore, Giovanni Immordino, aveva chiesto l’annullamento del provvedimento di aggiudicazione, perché la Cogemat non avrebbe specificato le risorse fornite dalla ditta “ausiliaria”, né avrebbe indicato i costi della propria manodopera e quelli relativi alla sicurezza.
Ricordiamo che la Cogemat di Trapani aveva vinto l’appalto con un ribasso d’asta superiore al 34%, per un importo di circa un milione e centomila euro, attraverso l’istituto dell’avvalimento, che consente all’impresa partecipante di avvalersi, appunto, dei requisiti di un'altra ditta (in questo caso si tratta della “Baronci Salvatore”).
Quello delle demolizioni delle case di Triscina a meno di 150 metri dalla battigia, è un nodo cruciale, che spesso è stato impropriamente attribuito alla volontà discrezionale del commissario straordinario che amministra la città da giugno del 2017, dopo lo scioglimento per mafia.
Ma proprio 5 anni fa, era il 30 settembre del 2013, era scaduto il termine del dipartimento dell’Ambiente della Regione Siciliana, che diffidava tutti i comuni siciliani affinché avviassero le procedure necessarie per le case “insanabili”.
E sempre 5 anni fa, l’allora sindaco Felice Errante aveva detto con chiarezza: “Se non ci sarà una novella legislativa da parte dell’assessorato regionale al Territorio, a Triscina si dovranno avviare le demolizioni”.
La novella legislativa non c’è stata. E una commissione straordinaria che rappresenta lo Stato non può certo permettersi le meline che ci si potrebbe aspettare da amministratori politici, che hanno a cuore la propria rielezione.
Adesso il prossimo passo sarà l’inizio degli abbattimenti. Oppure l’ennesimo impedimento, per tirare a campare fino al prossimo giugno, quando al posto della commissione straordinaria ci sarà un sindaco eletto dai cittadini.
Egidio Morici