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02/10/2018 06:00:00

Vito Marino, il latitante mafioso che era nascosto tra le pecore

 Nascosto in un ovile, dalle parti di Vita.

Finisce così la breve latitanza di Vito Marino. 
Il latitante 52enne - figlio di Girolamo Marino, ucciso dal boss di cosa Nostra Matteo Messina Denaro nel 1986 - è stato arrestato in un ovile nelle campagne di Vita, in provincia di Trapani, come abbiamo raccontato su Tp24.it

Marino era stato condannato in via definitiva per aver ucciso il 28 agosto del 2006 nella loro villetta a Brescia la famiglia Cottarelli, padre, madre e figlio 17enne. Il 52enne catturato il figlio di Girolamo Marino, detto "Mommo 'u nano", considerato un elemento di spicco di cosa nostra trapanese e ucciso da Matteo Messina Denaro durante la guerra di mafia a metà degli anni 80.

Alla base dell’incriminazione di Vito Marino e del cugino, accanto alle risultanze investigative della Squadra Mobile della Questura, anche le accuse mosse da Dino Grusovin, che pure era presente nella villetta di via Zuaboni, condannato a 20 anni. Nel 2017 la Cassazione - dopo ben sei gradi di giudizio - ha confermato la condanna all’ergastolo per Vito Marino per la strage del 2006. Contestualmente la Suprema corte ha annullato la condanna all’ergastolo per il cugino di Vito Marino, Salvatore, rinviando gli atti in corte d’Appello dove di fatto la vicenda è approdata per la quarta volta, dopo i tre processi di secondo grado precedenti di cui uno celebrato a Brescia e due a Milano.


Particolarmente efferata la scena del delitto nella villetta bresciata. Marzenne Topar, 41 anni, di origine polacca, e il figlio Luca di 17 anni, vennero trovati seduti su un divanetto nella taverna della villa, le mani strette da fascette per elettricisti, i pigiami intrisi di sangue. Angelo Cottarelli, 56 anni, era ancora agonizzante, riverso sul pavimento all’ingresso della taverna: respirava a malapena. È morto anche lui, poco dopo, all’ospedale civile di Brescia, senza riuscire a dire chi l’aveva ucciso.

"L'abbiamo preso mentre dormiva, sul divano, in un ovile nelle campagne di Vita. In trenta abbiamo fatto irruzione, non ha opposto resistenza". E' questo il racconto che fa il capo della Squadra Mobile di Trapani, Fabrizio Mustaro.

"E' stata un'operazione complessa - continua Mustaro - che è durata un anno, e che abbiamo portato avanti grazie all'apporto della polizia scientifica". Vito Marino è un nome pesante nella mafia trapanese, e infatti nelle campagne tra Paceco, Trapani e il Belice godeva di tantissima protezione. "Con lui abbiamo arrestato il proprietario dell'ovile dove era nascosto, Simone Gaspare, un pastore pluripregiudicato".