Il premier Giuseppe Conte convocato al Quirinale. Un faccia a faccia urgente in cui il presidente Sergio Mattarella ha chiesto lumi sulla manovra e, di fatto, "processato" Lega e M5s. Marzio Breda, sul Corriere della Sera, riporta anche "la domanda più insidiosa" che il Capo dello Stato avrebbe rivolto all'Avvocato del popolo: "Ma davvero qualcuno nel governo crede o, peggio, vuole far credere, che in questo palazzo si faccia il tifo per lo spread? Oppure che le febbri dei mercati dipendano da quello che viene detto qui?". Parole imbarazzanti che rivelano come la pazienza, sul Colle, sia finita.
La risposta di Conte sarebbe stata da pelle d'oca: l'intervista in cui il vicepremier Luigi Di Maio (è lui, sotto accusa) ha parlato di "terrorismo mediatico" e "complotto" delle istituzioni sarebbe stata "ritrattata". Voleva "sdrammatizzare", Conte, ma forse non c'è riuscito. Impossibile ridere, invece, del vero rischio che attende l'Italia: i giudizi delle agenzie di rating attesi entro fine mese che potrebbero declassare i nostri titoli a "livello spazzatura", di fatto l'anticamera del default stile Grecia. E Conte non avrebbe nascosto le sue preoccupazioni in merito.