Ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari l’allevatore pregiudicato di Vita nel cui ovile, lunedì scorso, la polizia ha arrestato il latitante mafioso Vito Marino.
A concedere i domiciliari a Simone è stato il giudice per le indagini preliminari di Marsala Riccardo Alcamo, che confermando l’arresto ha, comunque, accolto la richiesta degli avvocati difensori Andrea e Stefano Pellegrino.
Nonostante il pm avesse ribadito la richiesta di custodia cautelare in carcere. “Per questo tipo di reato – ha, però, sostenuto in aula l’avvocato Andrea Pellegrino – è sufficiente una misura cautelare meno afflittiva del carcere”. E il giudice ha condiviso le sue argomentazioni. Già ieri pomeriggio, quindi, Simone ha lasciato il carcere di Trapani per andare ai “domiciliari”. Vito Marino è uno dei due soggetti condannati all’ergastolo per la strage avvenuta a Brescia nel 2006, quando, il 28 agosto, la comunità locale apprese del tragico ritrovamento nella villa di famiglia dei corpi senza vita dell’imprenditore Angelo Cottarelli, della moglie Marzenna e del 17enne figlio Luca. Lo scorso ottobre, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Vito Marino, annullando quella per il cugino Salvatore, con il conseguente rinvio degli atti alla Corte d’Appello per un nuovo processo. I Marino si erano però resi irreperibili dal 2016. Nei confronti di Vito Marino, dei suoi familiari e dei suoi complici era stato disposto nel 2015 anche un maxi sequestro per un totale di 13 milioni di euro (40 beni immobili, 33 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, 5 beni mobili registrati, 13 società/imprese), ritenuti frutto di condotte illecite.