Per maltrattamenti in famiglia, un marsalese di 43 anni (F.R.) è stato condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione dal gup Francesco Parrinello. Il giudice ha, inoltre, disposto il “non doversi procedere” per il reato di lesioni in seguito alla remissione della querela da parte della moglie dell’imputato.
I due coniugi, infatti, nel frattempo, si sono riconciliati. F.R., difeso dall’avvocato Luisa Calamia, era stato arrestato dai carabinieri lo scorso mese di marzo e attualmente è ospite di una comunità di recupero per tossicodipendenti.
L’uomo ha precedenti per reati “contro la persona e il patrimonio”. Secondo l’accusa, già da tempo, F.R. picchiava la moglie coetanea, con la quale condivideva un appartamento nel centro cittadino. “L’arresto – spiegarono i carabinieri in marzo - rappresenta l’epilogo di una grave storia di maltrattamenti in famiglia che si protraeva da circa cinque anni, tenuti sempre silenti dalla donna in nome dell’unità familiare e soprattutto nella speranza di un ravvedimento da parte del marito. Una serie di comportamenti violenti perpetrati nel tempo e mai denunciati, tacendo talvolta anche ai sanitari la vera natura delle lesioni riportate, per paura di ulteriori e più gravi conseguenze che coinvolgessero lei ed i suoi figli minori”. Ciò fino ad una domenica sera, quando, dopo l’ennesimo episodio di violenza, la moglie, terrorizzata, temendo per la sua incolumità e soprattutto per quella dei bambini, decideva di chiedere l’intervento dei carabinieri per denunciare i maltrattamenti subiti negli ultimi anni di vita coniugale. La donna, rimasta lievemente ferita nella colluttazione per difendersi dalle percosse del marito, è stata poi trasportata all’ospedale di Marsala, dove, al termine della visita specialistica, veniva dimessa con una prognosi di otto giorni. Nel frattempo, F.R. veniva condotto nella caserma di Villa Araba e al termine degli accertamenti di rito, di concerto con il pm, considerata “la sua spiccata propensione alla violenza ed i pregiudizi penali” scrissero ancora i carabinieri, veniva dichiarato in stato di arresto. Provvedimento, poi, convalidato dal gip, che per l’uomo dispose la custodia cautelare “presso un idoneo luogo di cura specializzato per pazienti affetti da disturbi comportamentali ed in grado di fronteggiare le condizioni psicologiche dello stesso, con la finalità di riabilitarlo ed assisterlo in un percorso di rieducazione”. La vittima, invece, dopo l’intervento dei militari, è stata messa in contatto con un centro antiviolenza, “al fine di garantirle il supporto necessario ad affrontare il delicato momento, evidenziando in questo modo la stretta sinergia tra Forze dell’Ordine, Istituzioni ed associazioni che operano nello specifico settore, con l’obiettivo comune di contrastare ed arginare il fenomeno della violenza di genere”.