Ieri è stato sottoscritto il contratto per le demolizioni delle prime 85 case abusive di Triscina, ed è cominciata la pianificazione delle operazioni da effettuare. Il comune lo ha stipulato con la Cogemat di Trapani, che aveva vinto l’appalto con un ribasso d’asta superiore al 34%, per un importo di circa un milione e centomila euro, attraverso l’istituto dell’avvalimento, che consente all’impresa partecipante di avvalersi, appunto, dei requisiti di un’altra ditta (in questo caso, della “Baronci Salvatore”).
Come avevamo scritto qualche giorno fa, il ricorso al Tar presentato da una delle ditte (la “Di Fiore Rita” di Borgetto, nel palermitano) che aveva partecipato alla gara d’appalto dei lavori di demolizione, era stato giudicato “inammissibile per decorrenza di termini”. E adesso le ruspe sembrano ormai pronte ad entrare in azione.
Pochi giorni fa, invece, è stata notificata al comune la sentenza del Tar su Triscinamare. Il ricorso presentato dalla società è stato considerato irricevibile ed i motivi alla base infondati. Ci si riferisce alle tre villette della struttura turistica, costruite a meno di 150 metri dalla battigia, che avevano ricevuto da parte del comune il diniego dell’istanza di permesso di costruire in sanatoria.
Dopo più di 20 anni, verranno acquisite al patrimonio indisponibile dello stesso comune.
Intanto, dopo la prima casa abusiva demolita a spese dello stesso proprietario nel maggio scorso, il comune sta completando le pratiche autorizzative per un’altra richiesta di abbattimento in proprio. I costi, in questi casi, sono molto inferiori rispetto a quelli istituzionali che si rifanno necessariamente al preziario regionale. Le spese per le demolizioni, seppur anticipate in base allo specifico fondo disponibile per comuni commissariati, saranno infatti addebitate ai proprietari.
Egidio Morici