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06/10/2018 08:01:00

"Andare oltre il Pd". Cosa si è detto alla prima giornata della Leopolda siciliana

 Si andrà oltre il Partito Democratico, è questo quello che esce fuori dal primo pomeriggio di lavori della Leopolda del Sud, organizzata da Davide Faraone, senatore dem.


Tanti gli ospiti che si sono susseguiti, da Alessia Marani a Deborah Serracchiani, Leoluca Orlando, Roberto Giachetti, Graziano Delrio.
Molti i sindaci, gli amministratori locali che hanno voluto testimoniare quanto sia difficile amministrare una città, ancora di più se fai i conti con una amministrazione che non ha liquidità ma che deve ugualmente garantire i servizi.
Tante esperienze politiche messe insieme, ognuno racconta il proprio percorso, le aspirazioni ma soprattutto il volere tornare al centro di un dibattito politico sopito dal populismo imperante.


Centra il punto la Serracchiani, secondo cui il governo Renzi e poi Gentiloni hanno sbagliato molte cose, non hanno saputo comunicare e hanno perso aderenza con il tessuto sociale.
La ricetta non è difficile: basta tornare sui territori. Seriamente e concretamente, non solo per la campagna elettorale. Questo è quello ad esempio che è accaduto in provincia di Trapani, dove il PD è ridotto ad un prefisso telefonico, i circoli sono chiusi perchè si pensa di occupare poltrone garantendo aree del partito e di deputati. Vecchia politica.
E' un nuovo PD quello a cui guarda Faraone, che raccolga anche un'area moderata. E il big presente del centrodestra non poteva mancare, si tratta di Gianfranco Miccichè, commissario siciliano di Forza Italia.


C'è l'apertura da parte di Miccichè: “ Proviamoci”, c'è pure la piena consapevolezza che sia la Lega che il movimento Cinque Stelle hanno in mano una fetta importante che va in crescendo dell'elettorato italiano. “Ci hanno fregato”, dice, e continua “Se ne fottono apertamente dello spread, dei mercati, del deficit e dell'Europa. Hanno trasgredito, sono troppo forti. Hanno fatto quello che Renzi e Berlusconi non hanno avuto il coraggio di fare: andare contro l'Europa e aumentare il deficit-pil di due punti.
Poi sul perchè si trovi alla Faraona e sul possibile dialogo con il Pd afferma: “Io con Faraone ci parlo, certe volte non lo capisco, ma ci parlo. Ma certe decisioni le devono prendere a Roma, non noi qui in Sicilia dove, lo voglio ricordare, il centrodestra unito ha battuto i 5 Stelle".
Storce il naso Delrio, per l'ex Ministro il nome del partito non va cambiato, semmai si dovrà rilanciare con volti nuovi e una classe dirigente diversa.
Fa un cenno verso il deputato nazionale Carmelo Miceli, quasi ad indicare la strada da seguire, insieme a Luca Sammartino, altro giovane deputato regionale.


Uno sguardo al nuovo congresso, quello regionale: si dovrà essere capaci di scegliere un segretario regionale giovane, che stia in mezzo ai territori e che sia in grado di lavorare aggregando varie anime senza settarismi e senza correntucole.

Rossana Titone