Ordine dei medici di Palermo e Dipartimento regionale della Pesca mediterranea condividono una strategia di indirizzo, sottoscritta in una convenzione, per promuovere comportamenti alimentari corretti sin dalla giovanissima età. Obiettivo: diffondere una cultura dell’alimentazione basata sulla dieta Dieta Mediterranea, ad oggi il regime nutrizionale più validato dagli studi epidemiologici e clinici, con vantaggi dimostrati in salute e in malattia, puntando sulla centralità dei medici per l'appropriatezza del loro ruolo e la capacità di penetrazione sul territorio.
"Le ultime indagini indicano un miglioramento della qualità (e della quantità) dell'alimentazione negli Stati del Nord decisamente maggiore rispetto ai Paesi del Sud. E a dispetto della dieta mediterranea, i bambini italiani sono tra i più obesi d'Europa, con un picco del 38% tra le femmine. Indagini che si sommano ai risultati di trent'anni di ricerca sulle ricadute della nutrizione sulle malattie oncologiche: un terzo di tutte le neoplasie sono riconducibili alle cattive abitudini alimentari. Senza contare che circa il 50% della popolazione è affetto da due o più patologie croniche, come malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. Patologie senili spesso dovute a uno stile di vita e alimentare scorretti sin dalla giovane età". A tracciare lo scenario, il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Palermo Toti Amato, nonché vicecepresidente della Comem, la Conferenza degli Ordini dei medici dei Paesi del Mediterraneo, intervenendo oggi alla tavola rotonda “Il Ricco Pesce Povero ", nell’ambito della settima edizione di Blue Sea Land, l’expo internazionale dei distretti agroalimentari del Mediterraneo e del Medio Oriente in corso a Mazara del Vallo, nel Trapanese.
"Le scelte alimentari - ha precisato Amato - sono una priorità nel processo di prevenzione e anche la sfida dei prossimi anni perché alimentazione e attività fisica hanno ormai un'efficacia validata sulla salute non inferiore a una terapia farmacologica. Purtroppo questo non è ancora adeguatamente percepito nel rapporto tra istituzioni, medici, cittadini, mondo produttivo e imprenditoriale".
"Costruire una cultura alimentare sana - secondo il vicepresidente della Comem - è possibile offrendo ai medici competenza e un indirizzo da seguire, ma a condizione di certificazioni reali validate dalla scienza, come accade per i farmaci, creando un'etichetta genetica di alcuni alimenti per renderli facilmente riconoscibili ai consumatori come 'farmaci naturali'". "Senza trascurare il fatto - ha proseguito - che scelte alimentari consapevoli sono anche un investimento economico, ambientale e sociale".
Secondo l'Ipsos, su circa mille casi, la presenza di una certificazione ambientale aumenta del 72% l'orientamento del consumatore all'acquisto di un prodotto e il 51% degli intervistati ha dichiarato la disponibilità a pagare fino al 10% in più per un prodotto certificato.
"E' in questo contesto - ha concluso il presidente dell'Omceo siciliano - che nasce l'accordo siglato con il dipartimento della Pesca sulle attività di informazione, comunicazione e formazione di medici e professionisti della sanità competenti. Un impegno che si aggiunge ad un altro già avviato insieme all'Ordine dei medici della Sardegna allo scopo di riqualificare in sede europea il valore della Mediterraneità, non solo come valore culturale e identitario, ma come un "problema" di salute su cui effettuare scelte approfondite in un percorso di ricostruzione della relazione uomo-alimentazione, che implica nuovo impulso alla ricerca e indagini genetiche di alcuni alimenti, come i nostri grani antichi o il pesce azzurro. In questo obiettivo, il mio auspicio è coinvolgere anche tutte le 'sanita' mediterranee consorziate nella Comem".
La Conferenza, nata come una struttura 'motore' di pace e di osservazione sulla salute nel Mediterraneo, è stata istituita nel 2006 per iniziativa dell'Omceo Palermo e riunisce i medici di 15 Paesi: Grecia, Albania, Slovenia, Italia, Francia Spagna Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Giordania, Libano; Egitto e Siria come osservatori.