«Nei sei giorni che vanno dal 3 all’8 ottobre la Swg di Trieste ha rilevato una flessione della Lega (dal 32,2% al 31%) ma anche dei Cinque Stelle (dal 29,8% al 29%). Flessione contestuale e rilevante soprattutto nella somma: due punti in una settimana è un dato che i sondaggisti valutano sempre con una certa attenzione. Analogo viene segnalato dall’Istituto Noto; per la Lega (dal 34 al 33%) e per i Cinque Stelle (dal 28 al 27%). Ma la vera vertigine si registra nei giudizi sulla manovra economica, preannunciata nel Def. In questo caso è l’istituto Tecné a rilevare un fenomeno macroscopico. Nei giorni della presentazione del Def viene chiesto un giudizio secco sugli effetti della manovra: per il 42% degli interpellati l’opinone è “positiva”, per il 36% è “negativa”. La stessa domanda, ripetuta una settimana più tardi, quando si sono espresse le bocciature di mezzo mondo, i positivi sono calati al 40%, mentre i “negativi” si sono impennati al 48%. Roberto Weber, sondaggista esperto, su piazza da oltre 20 anni: “Per ora si tratta di flessioni limitate, presto per comprenderne la profondità, ma c’è un dato recente che invece è più consolidato e merita di essere sottolineato: le risposte a diverse domande su vantaggi e svantaggi sulla dimensione europea, dimostrano una ripresa della fiducia nell’Europa e non crescono quelli che sperano la fine dell’euro» lo scrive oggi La Stampa.
Dal 17 maggio, giorno in cui è filtrata la prima bozza del contratto di Governo giallo-verde, sulla borsa italiana sono cadute vendite a pioggia. Basti pensare che la capitalizzazione del settore bancario si è prosciugata sostanzialmente di un terzo, il 31,2 per cento. In valori assoluti, le banche italiane (o meglio, i loro azionisti) hanno visto andare in fumo 36 miliardi di euro. Si va dal -40% di Montepaschi (-1,47 miliardi) al -22% del Credem (-494 milioni) al -35% di BancoBpm (-1,5 miliardi). I due grandi colossi bancari del nostro Paese, Intesa Sanpaolo (-35%) e UniCredit (-30%), hanno perso rispettivamente 17 miliardi e 11 miliardi di market cap. Un crollo che, come noto, è attribuibile allo spread, che nel frattempo è raddoppiato, visto che è passato dai 150 punti base ai 299 di ieri. Lo scrive oggi Il Sole 24 Ore.
«Secondo Bankitalia il nostro Paese pagherà in tre anni 10 miliardi in più di interessi sui titoli. Per l'Ufficio parlamentare di bilancio addirittura 17» scrive Minzolini sul Giornale.