Quando le acque si ritirano, dopo i violenti acquazzoni, Marsala mostra tutta la sua sofferenza sul profilo del decoro urbano. Mostra tutto ciò che l'uomo fa, o non fa. E come le azioni dei cittadini e delle amministrazioni creano disagi. L'acqua defluisce, rimangono i tanti rifiuti che ostruiscono tombini, che giacevano sulle strade. E' solo uno dei momenti in cui la città di Marsala mostra la carenza di quello che riguarda il decoro urbano. Non solo rifiuti e sporcizia varia, ma è nel complesso – dagli alberi estirpati, agli spazi pubblici poco curati, ai muri imbrattati – che la città sembra essere abbandonata a se stessa.
Le lagnanze ci sono da parte dei cittadini, del resto basta dare uno sguardo in giro per capire che davvero non c'è un'idea di decoro, lo stato è quello di improvvisazione confusionale da parte dell'amministrazione comunale
La delega al decoro urbano è in mano all'assessore Rino Passalacqua, stimato architetto. Il suo assessorato, però, è come una macchina con il freno a mano tirato.
E' lo stesso sindaco, Alberto Di Girolamo, che ha deciso così: poco spazio e poca rilevanza per una materia che dovrebbe essere in cima alla lista di ogni amministrazione.
Gli alberi estirpati, come quelli in via Amendola, Porticella e via Sibilla, senza una immediata sostituzione, simboleggiano la perdita di vitalità di una delle principali città siciliane.
Il proliferare di dehors, che costituiscono il prolungamento delle attività di ristorazione, senza tenere conto di dove insistano, della tipologia installata e se sono consoni al luogo dove nasceranno.
Non c'è l'idea di una città realmente europea, seppure il sindaco non perda mai l'occasione di sottolineare come – secondo lui - ci si sta avvicinando a tali standard.
Piazza Mameli, la porta principale della città, e le vie limitrofe non sono inserite con le loro installazioni nel contesto storico culturale. In verità, la stessa piazza potrebbe essere chiusa al traffico, le attività che vi insistono dovrebbero essere armonizzate tra di loro, e il salotto della città tornare a splendere.
In giro per le arterie cittadine c'è un proliferare di dehors, come un elogio alle baraccopoli. Tutto questo avviene con il silente assenso di una amministrazione che ha deciso di non curarsi dell'immagine e della tradizione.
Aggirandosi per le viuzze del centro storico, poi, tante sono le scritte sui muri coperte con tantissimo ritardo. Casi emblematici sono i muri pubblici costantemente deturpati della palestra Grillo e in via Frisella. Un atto certamente di stupidità accompagnato anche da violenza, basterebbero questi due motivi per rimuovere subito l'obbrobrio. Invece spesso si aspetta.
Quanto alla qualificazione estetica di Marsala l'amministrazione è ancora ferma, non comprendendo che le parti in causa del decoro urbano passano dalla scuola, dalle associazioni, dallo stesso Comune e dai cittadini.
Sul verde pubblico non c'è né una mappatura né un impegno volto a creare aree che possano meglio qualificare vie e piazze.
Il regolamento del decoro urbano dovrebbe promuovere la bellezza e la pulizia delle aree urbane. In altre città, come Catania, sono state coinvolte le associazioni e le categorie interessate per creare insieme una fabbrica del decoro. Un'attenzione che dovrebbe avere come obiettivo il rilancio della bellezza della città rispettando i criteri di omogeneità.
Se da un lato chi governa la città non splende per spirito di iniziativa, per sensibilità sul decoro urbano, dall'altra neanche il cittadino dà una mano a tenere pulito ciò che è anche un suo luogo. Cartacce e lattine lasciate in giro, avanzi di cibo gettati per strada, deiezioni dei cani non raccolte dai proprietari. Un senso civico che man mano è venuto sempre meno e che ha reso la città imbruttita. Non è tutta colpa dell'Amministrazione, i cittadini sono complici del deturpamento della città tutte le volte in cui decidono di conferire i rifiuti fuori l'orario previsto dal calendario, quando decidono di gettare la gomma da masticare a terra, così per le bottiglie di birra.
Eppure decoro urbano significa abbellire mettendo le cose con un ordine armonico, basta andare in giro per la città per capire che non c'è logica nella concessione delle autorizzazioni per la creazione dei dehors, non c'è attenzione per il verde pubblico e per il decoro in genere, non c'è cura degli arredi urbani.
Lo evidenziano i cittadini, talvolta anche con eccessiva veemenza sui social, non capendo che la chiave di lettura e di azione è la cooperazione fattiva.