“Paolo Borsellino mi fece uscire dal carcere, anche se la legge non lo prevedeva”.
E' l'ultima rivelazione, sulla cui veridicità c'è da essere molto scettici, di Vincenzo Calcara, l'ex pentito di mafia diventato famoso per le sue dichiarazioni, molte volte risultate false.
Calcara ha pubblicato un video in cui racconta che quando si trovava in carcere per mafia, il giudice Paolo Borsellino, grazie all'aiuto di alcuni politici, lo avrebbe fatto uscire. Una circostanza che sa di bufala, raccontata da un ex pentito che non è nuovo a calunnie del genere. Anche perchè Calcara ha abituato alle sue uscite non proprio ortodosse. Recentemente è stato condannato per diffamazione nei confronti di Antonino Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, che il Sisde assoldò per mettersi in contatto con Matteo Messina Denaro.
Calcara afferma nel suo video che il giudice ucciso nella strage di via D'Amelio si sarebbe imposto e avrebbe insistito con l'alto commissario antimafia di allora, Angelo Finocchiaro. “Vincenzo Calcara deve essere protetto fuori dal carcere (…) Paolo Borsellino, insieme al Commissario Antimafia Alto, Finocchiaro, hanno trovato un cavillo insieme a politici, e cito uno che si è incontrato con Paolo Borsellino, l’onorevole Vizzini – dice l'ex pentito. In quel periodo non c’era la legge sui pentiti, una persona, anche se collaborava con la giustizia, se aveva una condanna definitiva…io dovevo scontare sette anni di carcere…non si poteva per legge per costituzionalità… non si poteva uscire dal carcere… Paolo Borsellino, insieme ad Angelo Finocchiaro, Vizzini e altri politici che non mi rico… non so i canali di Borsellino, mi hanno fatto uscire fuori dal carcere (…)”.
Dicevamo che non è la prima volta che Calcara cerca credibilità e fama usando il nome di Paolo Borsellino. Questa volta però fa un passo un po' più lungo, e più grave. Dice sostanzialmente che Borsellino lo avrebbe fatto uscire dal carcere, anche se la legge non lo prevedeva. E anche se non era “costituzionale”.
Calcara negli anni ha parlato di tutto, accusando molte persone di esser state al libro paga della mafia. Non sono poche le denunce prese per diffamazione e calunnia. E non sono poche le volte - nei processi in cui è stato sentito – che i giudici hanno ritenuto totalmente false le dichiarazioni su fatti di mafia accaduti tra gli anni 80 e 90 in provincia di Trapani. Allo stesso modo le sue dichiarazioni sono state smentite da numerosi collaboratori di giustizia, questi sì ritenuti attendibili dai giudici.