Vi ricordate il caso dell'intervento di Rosario Crocetta, allora presidente della Regione Siciliana, per lo "sbiancamento anale"? La vicenda fu oggetto di gossip politico, poi divenne anche un caso giudiziario. E al processo in corso a Palermo dove è imputato il medico amico di Crocetta, Matteo Tutino, si è parlato proprio di quell'intervento.
L’intervento galeotto non ci sarebbe mai stato. Come si legge in un articolo di Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia in edicola, nella memoria di un teste del processo Tutino. Antonio Iacono, già coordinatore delle sale operatorie di Villa Sofia, dice di avere impedito che l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta venisse sottoposto dal suo medico personale, appunto Matteo Tutino, a un intervento di sbiancamento anale nell’ospedale di Palermo.
L’intervento di chirurgia estetica, da non fare in una struttura e a spese pubbliche, sarebbe stato programmato per una domenica della primavera di cinque anni fa, come ha raccontato Iacono davanti alla terza sezione del Tribunale, che sta giudicando Tutino con l’ex commissario dell’azienda Villa Sofia, Giacomo Sampieri, con il dirigente del dipartimento di Anestesia e rianimazione, Damiano Mazzarese, e con altri due imputati, l’agente Giuseppe Scaletta e la moglie genetista, Mirta Baiamonte.