E' cominciato il processo d'appello bis per Tonino D'Alì. L'ex senatore trapanese di Forza Italia è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, in un processo infinito. Oggi il sostituto Gozzo ha chiesto l'audizione di nuovi testimoni sui presunti rapporti tra l'esponente politico e la mafia. Tra questi ci sono anche Antonio Birrittella, imprenditore "pentito", la cui attendibilità è però messa in dubbio da più fonti (qui l'articolo) e Luigi Miserendino, l'amministratore giudiziario al centro dell'inchiesta sulla gestione di un centro commerciale sequestrato alla mafia (qui l'articolo).
Si torna in appello, per D'Alì, dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di assoluzione (con prescrizione parziale del reato). D'Alì è difeso dall'avvocato Arianna Rallo che ha chiesto un termine per replicare alle richieste della procura generale.
Su D'Alì pende anche una richieste, davanti al Tribunale delle Misure di Prevenzione, dell'obbligo di soggiorno a Trapani per cinque anni.
Tra i testi da ascoltare anche un altro "pentito" della mafia di Castelvetrano, Giovanni Ingrasciotta, l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, l’ex capo della Squadra Mobile di Trapani Giuseppe Linares, l’ex procuratore di Trapani Giacomo Bodero Maccabeo, il capo della sezione Dia di Trapani col. Rocco Lo Pane, Carmelo Castelli, ex amministratore giudiziario, l’ex dirigente del Demanio Francesco Nasca, il col. Lucio Arcidiacono dei Ros di Palermo, l’attuale prefetto di Brindisi Valerio Valenti.