Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
21/10/2018 02:00:00

Mafia, per gli italiani non è un problema. Riguarda soprattutto il Sud

Per il 75% degli italiani la mafia è presente in tutto il mondo ma in Italia non c'è di che preoccuparsi, perché è concentrata soprattutto al Sud. E’ il dato che emerge dal Rapporto “LiberaIdee”, che ha raccolto  una panoramica aggiornata sulla presenza e la percezione della mafia e corruzione nel nostro Paese. Il rapporto è stato presentato a Roma dove hanno partecipato il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone e Francesca Rispoli dell’Ufficio di presidenza di Libera.  

“Le mafie sono profondamente cambiate - ha detto con preoccupazione don Ciotti - Le mafie imprenditrici sono un problema nazionale, perché operano con passo felpato, senza destare allarme. E hanno ormai inquinato molti ambiti della vita pubblica”. Solo il 38% dei cittadini ha dichiarato che nel proprio territorio la mafia è un fenomeno preoccupante e la sua presenza è socialmente pericolosa, invece il 52% si divide tra coloro che la ritengono marginale mentre per altri è preoccupante ma non pericolosa. Nel rapporto si evidenzia come gli italiani definiscono il problema mafia come “globale” e quindi spesso si indica come qualcosa di “indefinibile” e “lontano”. Questo, però, non vuol dire che le mafie sono presenti in tutto il territorio. Infatti, solo l'8,5% degli intervistati ha risposto che la mafia esiste anche nel resto d'Italia. Se poi si aggiunge che il 7,5% ha considerato la mafia solo “letteratura” si ottiene una rappresentazione ancora più indefinita ed irreale rispetto a quanto dimostrano le inchieste che vengono condotte nell'intero territorio nazionale.

La ricerca ha evidenziato anche come la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni finisce per coinvolgere, oltre alla stessa politica, anche la magistratura (per il 12,4%), le forze dell'ordine (per il 17%) e persino esponenti del clero. Tutti vengono coinvolti in una generale crisi di credibilità. Questi segnali allarmanti hanno portato il procuratore nazionale antimafia a dire che “nel nostro Paese non si sente parlare della necessità di contrastare mafie e corruzione. La politica pospone questi problemi a tanti altri. Ma quando ci sono corruzione e mafia, l’economia va a fondo” e che “la nostra zavorra sono mafia e corruzione, quest’ultima dilaga”.

Per de Raho non c’è, da parte della politica “l’attenzione” ed è come se “non si fosse in linea e quella voce viene sopita, non viene raccolta da nessuno. Questo è il peggiore aspetto che si coglie in questo momento nel Paese, non vi è attenzione per questi fenomeni emergenziali”.

Il rapporto non ha rilevato solo la presenza e la percezione delle mafie, ma anche come gli italiani cercano di informarsi sul fenomeno. Il 20,5% del campione ha sostenuto che il mezzo più utile per conoscere i fenomeni mafiosi sia il giornalismo d’inchiesta. Il 18,4% ha detto di avere fiducia nella televisione mentre il 16,3 nel cinema e il 6.4% utilizza internet per informarsi sulle mafie. Il 4.3% utilizza i social network.

Libera ha  scelto di celebrare la XXIV Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie a Padova, con un percorso di avvicinamento che coinvolgerà tutto il Nord Est e un momento di approfondimento, Contromafiecorruzione Nord Est, che si svolgerà a Trieste.