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29/10/2018 06:00:00

Canile di Castelvetrano, parola al Commissario Caccamo e all'Asp

Qualche giorno fa avevamo smascherato la bufala sull’emergenza sanitaria del canile di Castelvetrano” (qui l’articolo). Una pagina Facebook di nome “Pelosi nel cuore”, gestita in modo anonimo, aveva trasformato l’assenza di personale del rifugio municipale, avvenuta in alcune domeniche (recenti e passate, era successo anche nel 2014), in una pericolosa emergenza igienico sanitaria. Ecco che i cani sono diventati “da salvare”, perché “abbandonati perennemente senza cibo, in mezzo alle loro feci”. Mentre il canile è stato trasformato in un lager, addirittura con “carcasse in putrefazione” dentro congelatori non funzionanti.

Della singolare vicenda ne abbiamo parlato con il dottor Vincenzo Vilardi, responsabile del servizio veterinario dell’Asp di Alcamo e Castelvetrano, al quale abbiamo fatto una domanda:

 

Dottor Vilardi, il canile di Castelvetrano è un canile lager? E’ davvero in assoluta emergenza igienico sanitaria?

 

Assolutamente no, si tratta di esagerazioni di cui non mi è chiaro ancora il fine. Non c’è alcuna emergenza igienico sanitaria. Sono stato al canile la settimana scorsa, in compagnia del collega dottor Andrea Passanante del presidio sanitario di Igiene e Sanità Pubblica; ovvio che i problemi ci sono, ci sono sempre stati come in tutti i canili, ed è impossibile risolverli con un uno schiocco di dita. Non c’è dubbio poi che la pulizia e la somministrazione di cibo dovrebbe avvenire tutte le domeniche, senza saltarne nemmeno una. Se questo però, come è successo in alcune domeniche, non avviene, il canile non va in emergenza igienico sanitaria. Parlare poi addirittura di canile lager  non sta né in cielo né in terra. Ma ripeto, l’esagerazione è stata tanta. Pensi che è arrivata perfino una comunicazione alla direzione generale dell’Asp.

Ripeto, le criticità ci sono. E per quelle, l’Asp ha già inviato alla commissione straordinaria del comune di Castelvetrano una relazione, ma le condizioni generali del canile sono accettabili ed è quello che riferirò alla direzione generale.

 

E la stessa domanda l’abbiamo posta al dottor Salvatore Caccamo, commissario straordinario del comune dopo lo scioglimento per mafia del giugno 2017. Ha risposto così:

 

Non c’è alcuna emergenza igienico sanitaria. Ho fatto fare i sopralluoghi da parte dei tecnici ed i  relativi rilievi fotografici. Ci sono senza dubbio dei problemi che certamente sono da affrontare, così come altri sono stati invece risolti.

Abbiamo ricevuto una relazione dell’Asp dal dottor Manuel Bongiorno, in cui vengono descritte le criticità della struttura, chiedendo a questo comune delle soluzioni; si va dal sovraffollamento (66 cani rispetto ai 50 consentiti) al problema delle assenze del personale nei festivi e alla relativa reperibilità in caso di soccorso di animali feriti nei giorni e negli orari di chiusura della struttura. Come è noto, a causa della mancanza di fondi, il comune non è stato in grado di garantire gli straordinari. Ma si sta cercando di ovviare a queste criticità. La Viardi Service si occupa già di pulizie giornaliere, somministrazione cibo (compresi i festivi) e accalappiamenti. E ha già provveduto a trasferire i primi otto animali che costituivano il sopranumero. Si tratta di uno sforzo finanziario, dal momento che il bilancio non è stato ancora approvato.

E’ chiaro che le criticità ci siano e che vadano risolte per garantire il benessere degli animali. Cosa molto diversa è far passare il messaggio che il canile sia un lager e che si trovi in condizioni di  emergenza igienico sanitaria.  

* * * *

 

Insomma, il caso è ormai abbastanza chiaro. E, dopo lo smascheramento della bufala, le associazioni Oipa, Lida ed il neo partito Rivoluzione Animalista hanno detto la loro con note e comunicati stampa che, a tratti, hanno il classico sapore elettorale in ragione delle prossime amministrative del 2019.

Colpisce, in questo senso, la convinzione del vicepresidente della Lida Gaspare Lipari, quando afferma che “il randagismo in città ha raggiunto livelli di emergenza e pericolosità mai riscontrati in nessuna precedente amministrazione”, dimenticando che, per esempio, nel 2014 l’emergenza randagismo finì su Rai 2. Cioè un anno dopo la chiusura del canile durante la gestione della Laica, ufficialmente per  le mancate autorizzazioni dell’Asp, anche se i cani ospitati erano più di 170.

 

Nel 2013, infatti, il comune di Castelvetrano aveva affidato proprio alla presidente della Laica, Liliana Signorello, 130 cani, destinando una somma di 2 euro a cane (ridotta, dopo circa un anno, a 1,50 euro).

L’inviato della trasmissione “Cronache Animali”, Alessandro Cardamone, nel 2014 le chiese quanti cani ci fossero nei suoi rifugi e si sentì rispondere con soddisfazione: “Quasi 300”.

Se aggiungiamo anche i cani in giro per la città e le borgate, ci si rende conto di come il livello dell’emergenza randagismo di quegli anni abbia toccato livelli veramente esagerati.

 

Senza contare che nel 2015 i canili lager ci sono stati davvero. Ed erano i rifugi privati ed abusivi della Laica. Quelli sì in gravissima emergenza igienico sanitaria, certificata dai carabinieri del Nas di Palermo e da un processo per maltrattamento ancora in corso nei confronti della presidente Signorello. Ecco perché non si può fare a meno di porsi delle domande; come mai le associazioni Lida ed Oipa, con la complicità della pagina social Pelosi nel cuore, hanno trasformato le criticità circoscritte della struttura comunale delle scorse settimane in un canile lager, rimanendo però silenti sul caso dei rifugi della Laica?

 

La risposta la troviamo nell’appassionata collaborazione della Laica proprio con Lida ed Oipa, dove le cene per raccolta fondi per i randagi e le adozioni in Svizzera, hanno adombrato tutto il resto. Certo, il processo per maltrattamento è ancora in corso e penalmente rimane la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.

Ma molte delle foto degli animali in pessime condizioni, acquisite agli atti del processo, sono da tempo pubbliche. Le hanno viste in tanti. Anche se alla Lida e all’Oipa sembrano essere sfuggite.

Al netto, quindi, delle innegabili problematiche che da sempre hanno riguardato tutti i canili del sud, nel rifugio comunale di Castelvetrano, da molti mesi non si registrano epidemie di gastroenterite, leptospirosi, rogna o malattie da zecca, che avrebbero potuto costituire un’emergenza sanitaria.

 

Egidio Morici