"Una colossale ingiustizia". E' questo il commento che Enzo Morici, imprenditore trapanese, fa, dopo la confisca dei beni che è stata decisa dal Tribunale di Trapani.
Morici si trova all'estero per lavoro, ormai si occupa stabilmente di progettazione di importanti opere pubbliche in Africa. E racconta: " Il procedimento e il provvedimento sono stati una colossale ingiustizia". Perchè? "Non è stata ammessa nessuna prova testimoniale".
E' anche vero che nella sentenza i giudici sono molto chiari: gli elementi alla base del sequestro, i rapporti tra i Morici e Cosa nostra sono, in base alle risultanze investigative, così evidenti da non rendere necessari approfondimenti.
Ma Morici va oltre: "Il fatto è che non è stato analizzato bene il contenuto delle perizie del Tribunale". Eppure il procedimento è stato caratterizzato da numerose perizie, che hanno portato ad una durata monstre del processo, quasi sei anni (non è un record: ancora si aspetta il giudizio sulla confisca dei beni a Carmelo Patti, nel frattempo deceduto).
"Ma di tutte le perizie - spiega Enzo Morici - il Tribunale ha utilizzato solo le parti negative nei nostri confronti, e non quelle a noi favorevoli". Un esempio? "Il porto di Trapani. Da un lato ci accusavano di aver fatto i lavori con mezzi e materiali non conformi, ma noi abbiamo portato le foto che testimoniavano invece il nostro puntuale rispetto del capitolato. Ancora, le imprese che erano con noi consorziate sono state pure sequestrate, ma la confisca è stata rigettata in Appello a Palermo. Perchè queste sentenze non sono state prese in considerazione? Sono proprio quelle sentenze che dicono che i Morici non sono mafiosi".
Al centro delle accuse ci sono le dichiarazioni di Nino Birrittella. Imprenditore mafioso, come lui stesso racconta, Birrittella si è poi pentito ed ha raccontato il sistema delle estorsioni e della spartizione delle gare d'appalto a Trapani. Per il Tribunale è credibile, ma Enzo Morici ricorda che "Birritella in varie sentenze è stato definito non attendibile e non affidabile". Per Morici Birrittella parla "solo per salvare se stesso". Accuse gravi, che Morici rincara: "Ho chiesto in questi sei anni diverse volte un confronto con lui, ma mi è stato negato". Morici si consola, si fa per dire, con la non applicazione di misure personali: "La nostra immagine, quella mia, di mio padre e della mia famiglia è comunque distrutta", commenta amaro.
La confisca dei beni, lo ricordiamo, riguarda Francesco ed Enzo Morici, padre e figlio. Francesco Morici è morto poco tempo fa. La confisca riguarda 142 beni immobili, 37 beni mobili registrati, 36 conti correnti e rapporti bancari, 9 partecipazioni societarie e 6 società. Il Tribunale stima il patrimonio confiscato in 30 milioni di euro.
I Morici secondo l’accusa sarebbero stati imprenditori al “servizio” di Cosa nostra.