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31/10/2018 09:18:00

Partanna, continuano a vendere olio nonostante il fallimento. Arrestati due produttori

Continuavano a vendere olio in giro per l'Italia e anche all'estero nonostante il fallimento della loro azienda. Due produttori di olio di Partanna sono stati arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza di Castelvetrano.

I due hanno continuato a beneficiare di finanziamenti bancari nonostante il fallimento della loro azienda per debiti insoluti per oltre tre milioni di euro e hanno distratto beni e merci (rimanenze di magazzino per oltre mezzo milione di euro) in favore di altre due aziende: una già esistente e intestata ad entrambi e un'altra costituita ad hoc e intestata ad una prestanome.

Per operare negli stessi spazi aziendali dell'azienda fallita gli indagati hanno simulato contratti di comodato d’uso del capannone con la neo costituita società, a cui hanno anche ceduto a prezzi stracciati macchinari e attrezzatura, la cui fattura di vendita non è stata nemmeno
saldata. In quest’ultima società hanno poi assunto gran parte dei dipendenti della ditta fallita, alcuni dei quali, hanno dichiarato addirittura di non sapere di essere passati alle dipendenze della new company, che di fatto veniva gestita direttamente dai due titolari arrestati. I due, come risulta dalle intercettazioni telefoniche, continuavano ad intrattenere rapporti commerciali con clienti italiani ed esteri.

I finanzieri che hanno eseguito l'ordinanza degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Sciacca,  hanno individuato la merce venduta  analizzando i codici numerici riportati su alcuni lotti sequestrati in ambito nazionale nel corso di una indagine parallela riguardante la frode in commercio che ha coinvolto sia la società fallita che la new company e derivante dalla accertata vendita di olio “nocellara del belice d.o.p.” contraffatto ed adulterato. 

Incrociando la numerazione progressiva dei lotti sequestrati a carico della new company con i dati immessi dalla società fallita nella banca dati “Portale dell’Olio d’Oliva” del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (S.I.A.N.), i finanzieri hanno appurato che i lotti sequestrati corrispondevano a quantità di olio già prodotte dalla società fallita, la quale dunque le aveva distratte, senza formalizzare alcuna cessione, a favore della neocostituita società che le aveva poi successivamente commercializzate.

L’attività condotta nell’importante settore della produzione di olio di oliva, testimonia l’efficacia dell’operato della Guardia di Finanza nella sistematica attività di contrasto ai più insidiosi sistemi fraudolenti, allo scopo di salvaguardare gli interessi dello Stato nonché quelli delle imprese e dei cittadini rispettosi delle regole.