Dal 2011 al 2016, ultimo dato disponibile Istat, in Sicilia il Pil è calato dell’1,3% e dello 0,1% nel 2016. Il Pil per abitante è di 17.100 euro nel 2016, mentre il valore aggiunto medio per impresa è di 93 mila euro e la dimensione media delle imprese è di 2,6 addetti per impresa. I dati sono stati resi noti nel corso dell’assemblea d’autunno di Manageritalia Sicilia, incentrata sulla necessità di trovare il filo logico e opportune strategie e azioni per dare al territorio prospettive di sviluppo solide, inclusive e sostenibili a vantaggio di tutti.
L’occupazione dei 25-34enni, secondo quanto emerso, è al 39,7% e il lavoro (dipendente 39,9% e autonomo 12%) è la fonte principale di reddito familiare, mentre i trasferimenti pubblici (pensioni comprese) sono al 46,1%. Il reddito medio annuo delle famiglie è in regione pari a 28mila euro per il lavoro dipendente e a 21mila euro per quello autonomo, mentre pensioni a trasferimenti pubblici assicurano un reddito medio di 19mila euro.
«Abbiamo oggi – dice Luca Mencarelli, presidente di Manageritalia Sicilia – il 29% di famiglie in condizione di povertà relativa. Per garantire un’uscita da questa condizione e uno sviluppo vero a tutto il territorio dobbiamo riprendere a crescere puntando soprattutto su settori e business ad alto valore aggiunto che garantiscano nuova occupazione ma di qualità. Nella nostra regione dobbiamo puntare ancor più sul terziario (che già oggi pesa l’83% del valore aggiunto prodotto), però su un terziario più managerializzato che sviluppi business ad alto valore aggiunto e crei posti di lavoro e retribuzioni di qualità anche integrandosi al meglio con l’industria che deve comunque crescere anch’essa».
Parlando dell’Italia, nei cinque anni (2011-2016) la Basilicata ha avuto a livello di Pil la performance migliore con una crescita dell’1,6%.