La Camera Penale di Trapani, da sempre sensibile alla tematica del rispetto dei diritti Costituzionali, ha deciso di deliberare lo stato di agitazione - in totale sintonia con l'Unione delle Camere Penali Italiane - a fronte della iniziative governative con le quali si intenderebbe procedere alla modifica del regime della prescrizione e ad altri interventi "epocali" nella medesima direzione.
Si tratta di riforme che provocherebbero la smisurata dilatazione dei tempi del processo, con danno non soltanto degli imputati ma anche delle persone offese dai reati che vedrebbero allungarsi indefinitamente i tempi del risarcimento dei danni subiti: “una vita da imputato” (parafrasando il titolo di una nota canzone) o da persona offesa, senza giustizia, come "color che son sospesi”.
Il tutto, con evidente violazione dei diritti di difesa e del Giusto Processo, ivi compresa la ragionevole durata del procedimento, Costituzionalmente garantita. Ancora una volta, anziché procedere alla razionalizzazione del sistema, si pensa di risolvere le questioni che affliggono la giustizia riformando un istituto di diritto sostanziale che determina il tempo massimo entro il quale lo stato può e deve esercitare la potestà punitiva. Ciò, dimenticando (?) che oltre il 50% dei processi si prescrive nel corso delle indagini preliminari, fase di esclusiva competenza del Pubblico Ministero.
Per quanto detto, l’Assemblea della Camera Penale di Trapani “Giuseppe Rubino” si riunisce in sessione straordinaria per discutere della situazione e decidere le iniziative per reagire - democraticamente ma fermamente - a siffatti “progetti”, concordando con le Camere Penali di tutta Italia le azioni intraprese e da intraprendere, e riservandosi ogni ulteriore forma di protesta a difesa dei diritti dei cittadini.