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07/11/2018 08:12:00

Mafia a Marsala e Petrosino, parla il capitano dei carabinieri Basile

 Il capitano dei carabinieri Giovanni Basile ha deposto, in Tribunale, nel processo a quattro dei 14 presunti boss e gregari arrestati dai carabinieri il 10 maggio 2017 nell’operazione “Visir”.

E ha parlato delle forti conflittualità interne alla famiglia mafiosa di Marsala e Petrosino emerse dalle intercettazioni. Alla sbarra, davanti il collegio presieduto da Vito Marcello Saladino (giudici a latere Sara Quittino e Francesca Maniscalchi), sono l’imprenditore edile marsalese Michele Giacalone, 48 anni, Alessandro D’Aguanno, di 27, figlio di Vincenzo D’Aguanno, già condannato in abbreviato a Palermo, e i mazaresi Andrea Antonino Alagna, di 38, e Fabrizio Vinci, di 48. Dalle intercettazioni, ha spiegato il capitano Basile rispondendo alle domande del pm della Dda Gianluca De Leo, sono emersi gli “attriti” in seno alla locale famiglia mafiosa sull’asse Strasatti-Petrosino. Ciò a causa della decisione del boss Vito Vincenzo Rallo (anche lui già condannato in abbreviato) di nominare Sfraga “capo decina” su quel territorio. Una decisione mal digerita da Vincenzo D’Aguanno e Michele Lombardo. “Il grosso”, come Sfraga viene chiamato nei dialoghi intercettati nelle “ambientali”, viene accusato di “mettere tragedie”. Michele Lombardo, più volte intercettato mentre parla in auto con Alagna, dice che Sfraga va a “sparlare” di lui con “quello di la sopra” (Vito Vincenzo Rallo, che abita sulle alture di contrada Ciavolotto) e che l’ha saputo da Michele Giacalone. Sfraga viene accusato di aver detto al capofamiglia che Lombardo va dicendo di “essere autorizzato ad operare dalle sue parti”. Di avere, insomma, autonomia operativa a Petrosino. Parole che in questi contesti potrebbero costare molto care. E da altre intercettazioni si capisce chiaramente che potrebbe esplodere un sanguinoso regolamento di conti e che per questi attriti il superlatitante Matteo Messina Denaro, in una riunione tenuta in zona e alla quale avrebbe partecipato anche Sfraga, avrebbe minacciato di scendere in campo con il suo “esercito” se i marsalesi non avessero smesso di litigare su tutto.