Anche per i boss di Cosa Nostra sarebbe un mistero l’omicidio del pregiudicato e presunto mafioso Baldassare Marino, ucciso a colpi di fucile, la mattina del 31 agosto 2013, in una stradina di contrada Samperi, nell’entroterra di Strasatti.
La vittima aveva 67 anni. Che l’omicidio sia (o sia stato) un caso irrisolto anche per le cosche emerge dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri nel corso delle indagini sfociate nell’operazione antimafia “Visir” (14 arresti, tra Marsala, Petrosino e Mazara, all’alba del 10 maggio 2017).
A parlarne è stato il capitano dei carabinieri Giovanni Basile, ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo a quattro dei 14 arrestati nell’operazione “Visir”.
“L’uccisione di Baldassare Marino – ha dichiarato il capitano Basile rispondendo alle domande del pm della Dda Gianluca De Leo – aprì una forte conflittualità in seno alla famiglia mafiosa di Marsala perché non si capiva chi aveva commesso quell’omicidio. Tanto che il boss mazarese Vito Gondola chiese a Marco Buffa di prendere informazioni”.
Intanto, sempre nel processo “Giacalone Michele + 3”, è emerso un altro fatto singolare. Sono scomparsi i supporti magnetici relativi ad alcune vecchie intercettazioni che il pm De Leo avrebbe voluto produrre nel dibattimento.
Per ovviare, il magistrato della Dda ha chiesto l’acquisizione dei “brogliacci” redatti dagli investigatori. Ma in queste carte c’è solo un sunto dei dialoghi captati.
“Si tratta – spiega, comunque, il pm – di intercettazioni di almeno quindici anni fa: operazione Mandamento e altre”. Come sono sparite? Tra una consegna e l’altra ai periti incaricati di effettuare le trascrizioni, spiega ancora il magistrato, non si sa più dove sono adesso i supporti magnetici.