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08/11/2018 08:59:00

Il decreto sicurezza passa al Senato. Cinque dissidenti nel M5s

Mentre resta la spaccatura tra M5s e Lega sulla prescrizione, al Senato il governo ha incassato la fiducia sul decreto sicurezza e immigrazione. L’aula di Palazzo Madama ha dato il via libera al maxi-emendamento del governo, sostitutivo del disegno di legge di conversione del decreto, con 163 voti a favore, 59 no e 19 astenuti (il quorum era a 112). Felicissimo Salvini: «Il governo non è assolutamente a rischio. Si rassegnino gli sciacalli, questo governo andrà avanti a lavorare per cinque anni». Eppure la maggioranza – che ha sulla carta 167 senatori – ha perso i cinque voti dei dissidenti grillini, ovvero Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Matteo Mantero, Elena Fattori e Virginia La Mura, usciti dall’Aula. Il capogruppo Patuanelli ha denunciato i cinque al collegio dei probiviri (Fraccaro, Catalfo e Berti) che hanno avviato un’istruttoria. Contemporaneamente l’eurodeputato Marco Valli, che aveva millantato una laurea mai conseguita, si è autosospeso dal Movimento.

«Nella faticosa gestione quotidiana il capo di M5S non può minacciare il ritorno anticipato alle urne, che nel gioco democratico può servire come exit strategy o come strumento di pressione politica al tavolo delle trattative di governo con gli alleati. Il vincolo del doppio mandat» — che è il tratto distintivo dello statuto grillino — sottrae però allo stato maggiore dei Cinquestelle un’arma formidabile, e tatticamente lo pone in una condizione di svantaggio al cospetto della Lega. Il fatto è che ad aver raggiunto la seconda legislatura non è il solo Di Maio, ma la gran parte dei membri del governo e dei rappresentanti istituzionali: in base al regolamento i ministri Fraccaro, Grillo, Lezzi e Toninelli, i sottosegretari Buffagni e Castelli, il presidente della Camera Fico, la vice presidente del Senato Taverna — oltre a numerosi parlamentari — non potrebbero più ricandidarsi. Così l’intero vertice del Movimento è oggi un’anatra zoppa, non è in grado cioè di esercitare appieno le sue funzioni perché di fatto considerato in scadenza». Per questa debolezza, il vertice M5s potrà far poco contro i cinque dissidenti. Una settimana fa, il senatore De Falco ha infatti esclamato: «Minaccia di cacciarmi? Anche lui è a termine» scrive il Corriere della Sera. 
  Mancano le coperture per il decreto Genova?
Il passaggio al Senato del decreto Genova rischia di non essere una formalità, come sperava il governo. In commissione Ambiente e Trasporti il testo è arrivato con una lettura degli uffici del bilancio di Palazzo Madama che mettono in evidenza alcune criticità sulle coperture. Uno dei nodi riguarda i fondi a disposizione del commissario straordinario e il costo per la costruzione del nuovo ponte. Mancano inoltre alcuni dati sul numero di pratiche di condono pendenti a Ischia.
 
Ponte Morandi, per le imprese 422 milioni di danni
I danni subiti da imprese e professionisti in seguito al crollo del Ponte Morandi ammontano a oltre 422 milioni di euro. Il calcolo è della Camera di Commercio, che dal 14 agosto a oggi ha ricevuto 2.058 segnalazioni di danni.
 
Si è dimesso l’ad di Anas Armani
Si è dimesso Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato dell’Anas. A chiedere a tutti i componenti del cda di rimettere il loro mandato è stato il ministro Toninelli, che ha comunicato all’ad la sua intenzione di non proseguire nel processo di fusione tra Anas e Ferrovie dello Stato. Preso atto del cambio di rotta rispetto al precedente governo, Armani ha preferito lasciare e così hanno fatto Vera Fiorani e Antonella D’Andrea, le due rappresentanti di diretta espressione delle Fs.
 
Tagliati i 35 euro a migrante
Nel giorno in cui il Senato ha approvato il decreto sicurezza, Salvini ha presentato le nuove linee guida degli appalti per i servizi d’accoglienza dei migranti. Sono tagliate le spese medie da 35 a 19-26 euro a persona; inoltre solo i titolari di protezione internazionale avranno diritto ai servizi di «integrazione e inserimento». Queste linee guida confluiranno ora in un decreto del ministro dell’Interno che sarà inviato prima alla Corte dei Conti e, una volta ottenuto il via libera, alle prefetture.