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13/11/2018 06:00:00

L'esondazione del fiume Mazaro. I danni, le polemiche e lo stato di calamità naturale

A Mazara del Vallo si contano i danni dopo lo straripamento del fiume Mazaro. Fortunatamente non ci sono state vittime né feriti, ma basta ricordare le immagini viste e la violenza con cui il fiume si è riversato fino all’imboccatura del porto, per capire come il bilancio poteva essere catastrofico.

I danni - Come dicevamo, nonostante le zone basse della città siano state allagate e alcune famiglie siano state costrette a salire ai piani alti delle loro case e in alcuni casi anche sui tetti, e da lì poi soccorse da carabinieri e vigili del fuoco, queste persone, a parte lo spavento vissuto, stanno tutte bene. Sono sei in totale gli sfollati sistemati provvisoriamente in un b&b, in attesa di verifiche nelle proprie abitazioni. Una trentina, invece, le imbarcazioni andate totalmente distrutte, di cui 20 da diporto e 10 da pesca che rappresentavano l’unica fonte di sostentamento per le famiglie dei pescatori. Queste le prime e dirette conseguenze dell’esondazione, ma oltre agli ingenti danni nel fiume, si registrano quelli al depuratore comunale di Bocca Arena, che ammonterebbero a circa 30 mila euro e al depuratore di Mazara Due che è stato semidistrutto ed i cui danni supererebbero i 200 mila euro. Ma ci sono anche danni ad abitazioni, esercizi commerciali e qualche industria.

Da nove anni si attende l'escavazione del porto Canale - Purtroppo come per la tragedia di Casteldaccia, dove tra Regione, Comune e Tar non si capisce chi doveva far eseguire l’ordinanza di demolizione di quella villetta totalmente abusiva nella quale sono morte le nove vittime, tra cui due bambini piccoli e un ragazzino di quindici anni, anche nel caso della piena del fiume Mazaro emergono, anomalie e irresponsabilità, probabilmente da più parti, dal momento che da circa otto/nove anni non si è riusciti a portare a termine l’escavazione del porto canale ( qui potete leggere una nostra inchiesta) nononostante i soldi messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente. Se l'escavazione fosse stata fatta, la massa d'acqua scesa non avrebbe trovato quella sorta di tappo dovuto all'insabbiamento del letto del fiume. 

La polemica tra Cristaldi e Musumeci - Da un lato troviamo il sindaco Cristaldi ribadire che l’esondazione del fiume è una conseguenza dalla mancata escavazione dei fondali del Mazaro e cioè del porto–canale. Nei giorni precedenti, a ridosso della tragedia di Casteldaccia, Cristaldi, per la verità, aveva lanciato un nuovo allarme. Queste le sue parole: “Soltanto una serie di positive coincidenze ha evitato danni gravi alla popolazione e al territorio di Mazara del Vallo. Non vorremmo trovarci in una prossima occasione a dovere contare i danni e, cosa ancora più grave, a ricercare le responsabilità del mancato intervento, perché queste ultime sono già evidenti e si trovano negli organismi regionali che non decidono e che faranno perdere le somme concesse”. Dall’altro c’è però il presidente della Regione Nello Musumeci che, nell’attesa di prendere delle decisioni una volta che avrà tra le mani il dossier completo sul mancato dragaggio, dice di non sapere nulla su questa vicenda del ritardo. Questa la replica di Cristaldi:

"Il presidente Musumeci apprende adesso della questione dell’escavazione del fiume Mazaro, di avere una burocrazia che fa più danni della mafia. Apprendo che non ha mai saputo della vicenda, ma mi chiedo che fine hanno fatto le note che insistentemente abbiamo inviato al presidente della Regione? Chi le ha cestinate? Chi ha stabilito che Musumeci non dovesse sapere nulla? Se non sa nulla mi aspetto la rimozione di mezza Regione oppure vuol dire che Musumeci sapeva e ha almeno sottovalutato quello che veniva a lui riferito per iscritto.
Sa il presidente della Regione che i soldi sono dello Stato e che alla Regione veniva soltanto richiesto di individuare la ditta esecutrice dei lavori? Sapeva che mezzo governo regionale si è occupato del progetto - continua Cristaldi - e che si sono tenute decine di riunioni sulla questione nelle quali supponenza e presunzione hanno sempre prevalso sul buon senso? Sa che tutto è partito da un uccellino che non poteva essere rimosso dalle acque putride della colmata B? Ma ora che il presidente della Regione sa, per evitare che debba spiegarlo ai magistrati è bene che faccia quello che un presidente della Regione deve sapere".

Dichiarazione di stato di calamità naturale -  L'amministrazione comunale ieri ha deliberato la richiesta formale di Dichiarazione dello Stato di Calamità Naturale di tutto il territorio comunale, a seguito del nubifragio che si è abbattuto su Mazara del Vallo nelle giornate del 10 e 11 novembre, con oltre 80 mm di pioggia caduta che ha provocato l’esondazione del Fiume Mazaro. La richiesta è stata inoltrata alla Giunta Regionale, per il tramite del Presidente della Regione. Nella richiesta si sottolinea che la pioggia eccezionale caduta in poche ore ha causato gravi danni al manto stradale con conseguente pericolosità nella viabilità, occlusione delle caditoie stradali, gravissimi danni a strutture pubbliche come nel caso dei depuratori comunali e ad abitazioni private, alla rete della pubblica illuminazione, al porto canale ed a numerose imbarcazioni. Con l'atto deliberativo si dà mandato ai dirigenti e funzionari comunali di effettuare la verifica e la stima dei danni, sia pubblici che privati, subiti nel corso dell’eccezionale ondata di maltempo, approntando le misure più urgenti.

Le accuse di Randazzo - Ma a polemizzare con il sindaco Cristaldi è anche il consigliere comunale della Lega Giorgio Randazzo, candidato sindaco del partito guidato da Matteo Salvini, che ha commentato i danni causati dall’esondazione del fiume Mazaro. Randazzo ha fatto delle dichiarazioni non tenere nei confronti dell’amministrazione comunale di Mazara del Vallo che non avrebbe informato per tempo i cittadini dell’allerta meteo diramata dalla Protezione civile. “Se il sindaco di fronte ad un’allerta meteo di questa portata, prevista in tutta la Sicilia, avesse messo in guardia per tempo soprattutto i pescatori mazaresi, molte imbarcazioni danneggiate si sarebbero potute mettere al riparo prima che accadesse il peggio – le parole di Randazzo che aggiunge - da nove anni, da quando è in carica il primo cittadino non sono partiti i lavori di escavazione del porto canale. Le responsabilità sono da attribuire sia al Comune, ma anche alla Regione. Si parla ancora di un progetto stralcio e nel frattempo sono andati in fumo parte dei soldi del finanziamento stanziato dal governo Berlusconi. Restano disponibili solo due milioni di euro e intanto Mazara si ritrova con un porto canale dove il dragaggio in alcuni punti è pari a zero".

Anche il circolo di Diventerà Bellissima di Mazara è intervenuto sulla situazione del fiume Mazaro. Non è più possibile procrastinare l’escavazione del fiume Mazaro  - afferma il presidente del circolo Antonino Asaro -  data anche la disponibilità espressa dal Presidente della Regione On. Nello Musumeci nell’andare fino in fondo alla ricerca delle motivazioni e delle eventuali responsabilità di chi da anni non riconosce questo sacrosanto diritto ai cittadini mazaresi. Perciò l’amministrazione comunale in tempi rapidissimi completi tutto l’iter burocratico per far escavare il fiume Mazaro e porre la parola fine a questo annoso problema che affligge da tanti, troppi anni la città di Mazara!

Il sindacato Uil pesca - Sui danni provocati dall'esondaione del Mazaro c'è l'intervento della Uil Pesca: "A Mazara, come altrove in Sicilia, le violente ondate di maltempo stanno colpendo duramente in questi giorni i lavoratori del mare. Chiediamo che amministratori locali, parti sociali e associazioni di categoria facciano fronte comune con noi della Uila Pesca per rivendicare interventi concreti da Regione, Stato, Unione Europea" afferma il segretario generale di Uila Pesca Sicilia, Tommaso Macaddino, che aggiunge: «Venga finalmente dato avvio ai lavori nel porto-canale, ma soprattutto siano destinate le risorse necessarie per analizzare, dragare, pulire e realizzare tutte le opere indispensabili a trasformare il Mazaro in un torrente amico, pulito, lungo il quale i pescherecci possano stare in sicurezza».

Solidarietà di Nino Carlino del Distretto Pesca agli operatori del fiume Mazaro - “Esprimo la mia più profonda vicinanza, e quella del CdA e dei Soci del Distretto, ai pescatori che hanno perso il proprio mezzo di sostentamento. Auspico che le Autorità preposte prendano atto di questo evento calamitoso straordinario e possano al più presto trovare le soluzioni opportune per aiutare chi è stato danneggiato e soprattutto chi ha perso lo strumento che rappresentava un mezzo di sostentamento per la propria famiglia”.