Matteo Messina Denaro nel periodo delle stragi stava lavorando anche al progetto politico di far separare la Sicilia. Lo rivela Rosario Naimo , collaboratore di giustizia, al processo che si celebra davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta contro il super latitante di Castelvetrano, accusato di essere tra i mandanti per le stragi del 1992.
"Dopo che arrestarono Totò Riina vidi Messina Denaro, - ha detto in aula Naimo - feci questo appuntamento in una casa che era di un certo Antonino Messina. Arrivarono Sinacori e Matteo Messina Denaro. Quando Sinacori si allontana Messina Denaro mi dice: 'Senta Saruzzo, c'ho un abbraccio da parte di Luchino (Leoluca Bagarella, ndr) che ti saluta e mi ha detto di dirti una cosa nel caso tu possa dare una mano e aiutare'. Mi spiegò che in quel momento avevano degli agganci politici e delle cose per le mani, che si poteva creare una cosa buona per tutti noi. Un partito che potrebbe fare diventare la Sicilia autonoma, e far separare la Sicilia. Disse 'abbiamo agganci ma ci vorrebbe un aiutino dell'America'".