Negli anni Tp24.it ha dedicato diverse inchieste a Carmelo Patti e ai suoi rapporti con la mafia. A cominciare dal cognato del superlatitante Matteo Messina Denaro, Michele Alagna, che era il suo commercialista.
Ad essere colpiti dalla confisca sono stati i suoi eredi, la vedova Elisabetta Pocorobba, ed i figli Paola, Giovanni e Maria Concetta.
Con la confisca di oggi passano allo Stato i beni della vecchia Valtur, oggi in amministrazione straordinaria: tre resort al momento chiusi (Punta Fanfalo, Favignana; Isola Capo Rizzuto, Crotone; Kamarina, Ragusa), il Golf club Castelgandolfo, una imbarcazione in legno di 21 metri, la “Valtur Bahia”. E poi ancora 400 ettari di terreni, 232 immobili e 25 società che operano anche nel settore del cablaggio di componenti elettrici per autovetture. La società “Cablelettra” è stato il primo grande affare di Patti e si occupava di componentistica per gli elettrodomestici, a metà degli anni Ottanta iniziò a lavorare per la Fiat.
Dalla “Cable sud” di Carmelo Patti partivano bonifici sindacalista della Uil, Santo Sacco, che poi si è scoperto essere uno dei fidati postini del superlatitante Messina Denaro.
Carmelo Patti era nato in una famiglia povera. Faceva il venditore ambulante di vestiti assieme al padre. Nel lontano 1962 furono dichiarati falliti. Poi, passo dopo passo, un'ascesa vertiginosa. Fondò innanzitutto la Cablelettra che si alimentava con le commesse della Fiat. Quindi la scalata al gruppo Valtur, acquisito per 300 miliardi di lire, e la realizzazione di una ventina di villaggi turistici e golf resort in giro per la Sicilia e l'Italia.
Angelo Siino, il ministro dei Lavori di pubblici di Cosa nostra, ha messo a verbale: “Patti era persona legata alla mafia trapanese, ed era anche massone”. Il pentito parla dei contatti fra Patti e “Mastro Ciccio”, Francesco Messina: “Tanto che Provenzano ci scherzava su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur”. Sempre Siino disse di avere assistito ad un incontro fra il cavaliere Patti e Francesco Messina Denaro, il padre del latitante.